“In questi mesi abbiamo lavorato per un piano di emergenza a sostegno dei redditi più bassi”. Così il sottosegretario al Ministero dell’Economia Federico Freni ha parlato del dossier per l’Iva azzerata su pane e pasta. Il piano presentato al Ministero prevedrebbe anche un’imposta ridotta su carne e pesce.
Iva azzerata su pane e pasta: come funziona
In tutto, si tratta di un investimento di 4-4,5 miliardi di euro, da valutarsi in base al periodo di validità – si sta valutando se renderlo valido per sei mesi o per un anno – e in base agli alimenti del cosiddetto carrello della spesa. Stando alle fonti ministeriali, i prodotti che hanno ora il 4% di Iva passerebbero a Iva zero. Invece, i prodotti che hanno il 10% di Iva avrebbero un dimezzamento della tassa, che scenderebbe al 5%. Per la conferma si dovranno aspettare i primi di agosto, quando il piano passerà al vaglio delle parti sociali.
Per gli Italiani, il cambiamento si noterà direttamente nei prezzi al supermercato. Infatti, il provvedimento riguarderebbe solo i prodotti alimentari di strettissima necessità e pochissimi prodotti per la casa. In particolare, per eliminare l’Iva sul pane fresco lo stato spenderebbe 253 milioni di euro mentre per eliminare l’iva dal latte serviranno 150 milioni di euro. Per la pasta, il costo è di 76 milioni e per l’olio di oliva di 141 milioni. Più elevati i finanziamenti che servirebbero per dimezzare l’Iva dal 10% al 5% per la carne bovina (319 milioni), di vitello (180 milioni), di pollo (318 milioni), per il pesce fresco (250 milioni) e per le uova (90 milioni).
L’esempio tedesco
Nella seconda metà del 2020, in piena pandemia, in Germania l’aliquota è passata dal 19% al 16% e dal 7% al 5%. L’idea era di stimolare i consumi durante il lockdown, motivo per cui queste nuove aliquote sono state applicate su tutti i beni e i servizi tedeschi. L’Italia non può permettersi un intervento generalizzato per tutti i prodotti e i servizi, ma l’Iva azzerata su pane e pasta potrebbe essere già un ottimo inizio.