In Italia si produce il 30 per cento di olio in meno
A pesare sulla produzione è soprattutto la siccità, ma le imprese ora devono fare i conti con rincari in media del 50 per cento.
Una bottiglia su tre quest’anno resterà vuota. L’olio made in Italy diminuisce. Secondo una stima di Coldiretti e Unaprol, infatti, i problemi produttivi che stanno affliggendo il Paese non hanno lasciato indietro le olive. E così la disponibilità di olio extravergine d’oliva crolla del 30 per cento. Un calo non da poco, frutto soprattutto delle difficoltà di queste ultime settimane, con l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime a colpire anche le aziende agricole. E il costo per i consumatori aumenta notevolmente.

Olio, prodotto il 30 per cento in meno
Coldiretti e Unaprol hanno pubblicato il rapporto dal titolo 2022, la guerra dell’olio Made in Italy. Non sarà un anno semplice, quello attuale, così come il 2023. Le aziende agricole fanno innanzitutto i conti con un aumento dei costi medi intorno al 50 per cento. Troppo per le imprese, che devono far fronte anche ai gravi danni causati dalla siccità, con gli uliveti fortemente danneggiati dalla mancanza d’acqua. E così si produce meno olio extravergine d’oliva. Si arriva al 30 per cento in meno della produzione naturale, pari a una bottiglia su tre in meno nelle cucine degli italiani. E i cittadini non hanno ancora fatto i conti con i rincari, che nelle prossime settimane toccheranno anche l’olio.
Il calo della produzione partito da almeno quindici anni
Già da circa quindici anni l’Italia fa i conti con un calo della produzione nazionale, che adesso crescerà a causa della siccità e del caro energia. La Puglia è la regione che ha maggiormente mostrato gli effetti, guidando la classifica delle Regioni. Insieme a lei anche la Calabria: in due rappresentano il 70 per cento della produzione nazionale. Ma il calo si evidenzia già dalla prima raccolta in Sicilia, dove si registrano 330 milioni di chili di olio prodotto, in calo rispetto al 2021. Le uniche regioni che hanno aumentato la produzione, invece, sono Liguria, Lombardia e Veneto, che hanno fatto registrare un incremento dal 40 al 60 per cento.

Coldiretti e Unaprol: «Quasi un’azienda su dieci a rischio chiusura»
Secondo Coldiretti e Unaprol «con l’esplosione dei costi aumentati in media del 50% nelle aziende olivicole quasi uno su 10, circa il 9 per cento, lavora in perdita ed è a rischio di chiusura». L’allarme è evidente, come si legge nel rapporto: «Olivicoltori e frantoiani sono costretti a fronteggiare l’incremento dell’elettricità, i cui costi sono quintuplicati. E se i costi crescono per l’olio extravergine d’oliva sono attesi forti rincari sugli scaffali in autunno con l’arrivo delle nuove produzioni».