Rimettere insieme i coach

Matteo Innocenti
07/08/2021

Dopo i deludenti risultati di Tokyo sono diversi i commissari tecnici sotto accusa. Blengini ha già salutato la squadra di volley maschile. Ma anche Cassani nel ciclismo e Cipressa nel fioretto sono finiti al centro delle polemiche.

Rimettere insieme i coach

Di solito succede nel calcio. Quando la squadra va male, il primo a pagare è sempre l’allenatore. Dopo Tokyo 2020, dove al netto di un ampio numero di medaglie e ori storici, ci sono stati fragorosi fallimenti per la spedizione azzurra, lo stesso copione sembra essere diventato una costante anche per altre discipline. Da Davide Cassani, coordinatore delle nazionali di ciclismo rispedito in Italia prima delle gare su pista, ad Andrea Cipressa commissario tecnico del fioretto, criticato duramente, tra gli altri, dall’ex campionessa Elisa Di Francisca, sono diversi gli allenatori finiti sotto accusa.

Cassani, un uomo solo al rientro in Italia

Nella prova in linea di ciclismo, l’Italia è risultata in pratica non pervenuta: il migliore dei nostri è stato Alberto Bettiol, che ha chiuso al 14esimo posto. Meglio, ma sempre senza medaglia l’esito della cronometro, dove Filippo Ganna (poi oro in pista nell’inseguimento a squadre) è arrivato quinto su un percorso decisamente non adatto alle sue caratteristiche. Sulla graticola per tutti, come accennato, ci è finito Davide Cassani, che non solo è commissario tecnico della nazionale di ciclismo su strada, ma anche coordinatore di quella su pista. L’allenatore è stato rispedito in Italia prima dell’inizio delle gare dei pistard. Una scelta singolare, anzi necessaria secondo il protocollo, almeno  secondo quanto affermato dal presidente della federciclismo Cordiano Dagnoni: «Per le norme speciali di questa Olimpiade, una volta finita la sua disciplina entro 48 ore sarebbe dovuto rientrare in Italia». Di diverso avviso Cassani: «Il mio rientro anticipato per via del protocollo? Han detto così. Tra persone perbene e prima di fare certe dichiarazioni si parla a quattr’occhi», ha replicato il ct. Che poi, qualche giorno dopo, ha commentato così la vittoria nell’inseguimento: «Sono l’uomo più felice del mondo, ho le lacrime agli occhi». Per il resto, tutto tace e la sua riconferma appare davvero improbabile, mentre all’orizzonte si staglia il profilo di Gianni Bugno. Cassani, in carica dal 2014, paga l’assenza di vittorie ai mondiali in linea e di podi alle olimpiadi, carenze solo parzialmente mitigate dai tre successi consecutivi ottenuti agli europei su strada con Trentin, Viviani e Nizzolo. La competizione nata nel 2016, infatti, in uno sport di tradizione come il ciclismo, non gode almeno per il momento dello stesso blasone delle altre due.

 

 

Scherma, le stoccate di Elisa Di Francisca

Stoccate precise, non solo in pedana, anche nella scherma, principale delusione azzurra. Storicamente dominante in questo sport, l’Italia non ha ottenuto in Giappone alcuna medaglia d’oro. «Il ct del fioretto non è un lavoro per Andrea Cipressa», ha detto sulla Rai l’ex campionessa Elisa Di Francisca, provocando la reazione del selezionatore: «Non ho alcuna voglia di censurare le critiche che mi vengono mosse, purché siano costruttive e non si limitino a una violenza verbale inaudita e insulti pesanti e gratuiti». Dal ct all’ex collega Arianna Errigo, veterana del fioretto azzurro a Tokyo, Di Francisca non si è certo risparmiata: «Forse l’ultimo assalto in semifinale avrebbe dovuto farlo Alice Volpi. Errigo è fortissima sia fisicamente che tecnicamente, ma soffre le gare importanti, in special modo le Olimpiadi. Lo abbiamo visto ai Giochi di Rio e anche qui a Tokyo». E pensare che, come rivelato nella biografia Giù la maschera, le due erano grandi amiche e compagne di stanza («Arianna mi piace. È una tipa estroversa, gran chiacchierona: il sabato sera usciamo spesso insieme per andare a ballare. Oltre alla simpatia reciproca, a legarci è la rivalità con Valentina Vezzali»). Poi il casus belli, ovvero la finalissima di Londra 2012, Di Francisca che esulta un po’ troppo dopo la stoccata decisiva. E tutto è andato a rotoli. «Trovo disgustose queste dichiarazioni a prescindere dalla ragione», ha commentato sempre in tv l’ex ct della pallavolo Julio Velasco. Un’affermazione evidentemente non condivisa dall’ambiente, visto che i migliori elementi della squadra, sia maschile che femminile, con una lettera alla federazione hanno chiesto esplicitamente la rimozione del ct per «oggettiva incapacità».

 

 

Volley, ufficiale l’esonero di Blengini

A proposito di pallavolo, dopo l’eliminazione contro l’Argentina nei quarti di finale del torneo olimpico, cambia il ct dell’Italvolley. Addio a Gianlorenzo Blengini, allenatore della nazionale argento a Rio 2016, che fa posto a Fefè De Giorgi, per un avvicendamento al contrario rispetto a quello visto sulla panchina di Civitanova appena pochi mesi fa. «Devo ringraziare, ovviamente, tutti i giocatori con i quali ho lavorato, tanti hanno dato alla nazionale una disponibilità quasi illimitata per portare più in alto la maglia azzurra. A volte ci siamo riusciti, a volte no, ma l’impegno non è mai stato meno del 100 per 100», ha dichiarato l’allenatore uscente: «Rappresentare per due volte consecutive il proprio Paese alle Olimpiadi è stato un privilegio». Appare invece salda la posizione di Davide Mazzanti, alla guida della nazionale femminile, sconfitta nettamente dalla Serbia ed eliminata ai quarti. Ma nelle sue dichiarazioni c’è stata una vena polemica. «Alle ragazze avevo detto: “Cercate di staccarvi da tutto quello che vi circonda”, perché già di emozioni ne abbiamo tante. La melma quando arriva è melma, al di là di chi te la tira. Per me che ho fatto cinque post in sei anni, è più facile staccarmi dai social, forse per loro è un po’ più difficile», ha detto, precisando poi: «Di certo non abbiamo perso per questo».

Italbasket e Settebello, i tecnici saldi

Fuori contro la Francia, l’Italia del basket maschile ha in Meo Sacchetti un ct che già pensa ai prossimi obiettivi da raggiungere: «Provo gratitudine per aver vissuto un mese incredibile, ora però bisogna guardare avanti e impegnarsi per tenere vivo il grande entusiasmo che hanno generato i nostri ragazzi, sono tanto orgoglioso di loro e non vedo l’ora di ricominciare». Un po’ più deluso Sandro Campagna, guida del Settebello sconfitto dalla Serbia campione in carica nella pallanuoto: «Il mio rammarico è quello di non essercela potuta giocare fino all’ultimo secondo. Non me l’aspettavo una partenza del genere, avevo visto i ragazzi belli carichi, mi ha sorpreso». Ma con la stessa voglia di guardare avanti, verso Parigi 2024, visto che la sua panchina non scotta: «Abbiamo tre anni per lavorare in maniera intensa, senza fasciarci la testa ma mettendoci a lavorare sodo».