Bagaglio in mano

Ita prende il volo ma i 620 lavoratori Almaviva che gestivano il call center Alitalia restano a terra. Sindacati pronti a dare battaglia per farli assumere tutti dalla nuova compagnia. Venerdì sera il nuovo tavolo. Le loro voci.

Bagaglio in mano

«Alitalia, buongiorno». Ora non più. E non resta nemmeno il buongiorno per i 570 lavoratori di Almaviva di Palermo e i 60 di Rende che gestivano il call center della Compagnia di bandiera che stanno rischiando il posto. Per 20 anni è stata questa la risposta di molti operatori a ogni chiamata, quelli con più anzianità. Non cambia molto per i più “giovani” entrati nel 2007-2008. H24, sette giorni su sette, feste comprese. Una vita, praticamente, a prenotare e disdire voli, cercare bagagli, raccogliere lamentele. E Ita li ha lasciati a terra. La nuova compagnia si chiamerà Ita Airways sebbene si fosse appena aggiudicata per 90 milioni il marchio Alitalia. «La discontinuità quindi è solo per i lavoratori», era stato il commento amaro di qualcuno davanti agli 8 mila esuberi.

I sindacati e i lavoratori Almaviva chiedono l’applicazione della clausola sociale

Una sala d’attesa lunga la loro. Cominciata ad agosto quando Almaviva ha perso la gara indetta da Ita vinta dalla milanese Covisian. E continuata nei tavoli che si sono susseguiti. L’ultimo il 12 ottobre scorso in videoconferenza con il ministero del Lavoro, le Oo.ss nazionali e territoriali, le aziende Covisian, Almaviva e Ita, il sindaco di Palermo e i rappresentanti di Regione Siciliana finito però in un nulla di fatto. L’offerta della società milanese di assorbire 200 lavoratori di Almaviva-Alitalia è stata  giudicata inaccettabile. I dipendenti di Almaviva – tutti – vogliono continuare a lavorare. E chiedono, soprattutto, l’applicazione della clausola sociale prevista nei cambi d’appalto nelle attività di Customer care. Paradossale, fanno notare sindacati e lavoratori, è che un’azienda a totale partecipazione pubblica come Ita abbia eliminato questa norma dello Stato dal bando di gara delle attività assegnate a Covisian.

«Siamo orgogliosi di aver lavorato per la nostra compagnia di bandiera»

«Pur di tenerci questo lavoro abbiamo accettato tanti compromessi», dice a Tag43 Loredana Ilardi, da 20 in Almaviva e nel 2008 candidata alla Camera con il Pd veltroniano proprio come rappresentante dei lavoratori dei call center. «E sono orgogliosa, siamo orgogliosi, di aver lavorato per la nostra compagnia di bandiera». Per 20 anni lei e i colleghi hanno risposto a ogni richiesta. Dal check-in al lost and found, dal cambio biglietto ai rimborsi e ai voucher post lockdown. Fino al servizio Millemiglia, cercando di rassicurare i clienti preoccupati di perdere i punti accumulati col passaggio a Ita mentre loro, sotto le cuffie, stavano perdendo il lavoro.

Almaviva contro i licenziamenti
Loredana Ilardi, lavoratrice Almaviva.

I ringraziamenti dei passeggeri

Lavoratori, quelli di Almaviva-Alitalia, che sono diventati spesso «il parafulmine» di utenti arrabbiati per ritardi, bagagli persi, disservizi. Clienti da cui bisogna, nonostante eventuali improperi e minacce, sempre accomiatarsi con il «Grazie per aver chiamato Alitalia» d’ordinanza. I dipendenti Almaviva non hanno staccato un attimo, nemmeno durante il lockdown. «Non ci siamo mai fermati. A nostre spese abbiamo installato la linea fissa in casa pur di garantire un buon servizio», ricorda una lavoratrice. Sono tanti i ricordi che si inanellano in queste ore. «I clienti sardi, per esempio», dice con il groppo alla gola I., «ormai li conosciamo per cognome, siamo quasi diventati amici». Almeno fino a quando Alitalia ha gestito la continuità territoriale. Negli ultimi giorni di Alitalia sono stati tanti i passeggeri che hanno ringraziato gli operatori, che si sono informati sul loro futuro lavorativo, che hanno ricordato il primo viaggio, il più bello. O il più triste. Un grande racconto collettivo tessuto non solo a bordo degli aerei, ma anche al telefono giorno dopo giorno. Emergenza dopo emergenza.

«Ci siamo sentiti una famiglia, al fianco dei piloti, delle hostess, dei dipendenti: Tutti noi siamo Alitalia»

In questa ultima battaglia, gli addetti al call center sono stati tutt’uno con il personale Alitalia, in divisa e non. «Ci siamo sentiti una famiglia, al fianco dei piloti, delle hostess, dei dipendenti dell’amministrazione. Tutti noi siamo Alitalia», ripete Loredana. La situazione dei lavoratori di Palermo, però, è particolarmente dura. Trovare un altro posto in città, in Sicilia è un miraggio. Soprattutto per le donne. E sono tante nel call center. «Qui siamo tutti sui 40 anni», aggiunge I. «Tra noi ci sono laureati, persone che parlano più lingue». Professionalità preziose. Non potrebbe essere altrimenti viste le responsabilità che implica un lavoro forse troppo spesso sottovalutato e dimenticato. «Se sbagli una prenotazione, assegni un posto errato si creano problemi enormi», sottolinea I. «Soldi persi, viaggi che possono saltare…». Ora i 620 dipendenti di Almaviva aspettano l’ultimo tavolo che si tiene venerdì 15 ottobre alle 18 per capire cosa ne sarà del loro futuro. Dietro l’angolo la cassa integrazione a zero ore. «Grazie per aver scelto Alitalia». Sarebbe stato meglio scegliere anche Almaviva.