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Passare a miglior Ita

La manifestazione di interesse arrivata subito dopo Capodanno. Il lavoro di Altavilla per mettere insieme MSC e Lufthansa. La soddisfazione del governo che si libera di una patata bollente. Retroscena di una inattesa privatizzazione.

26 Gennaio 2022 11:45 Marco Zini
Ita: retroscena della vendita a Lufthansa e Msc

Trama di un film che si spera a lieto fine. La manifestazione d’interesse miliardaria di Msc-Lufthansa per la maggioranza di Ita, la compagnia nata dalle ceneri della vecchia Alitalia, viene messa nero su bianco subito dopo Capodanno e a colpi di accordi di riservatezza firmati dagli interessati. Che non uscissero indiscrezioni era fondamentale per il buon esito dell’operazione, e così è stato fin quando l’accordo tra le parti ha fatto emergere i nomi dell’armatore Gianluigi Aponte, capo della ricchissima Msc (che fa soldi a palate con i noli delle navi cargo) e la compagnia di bandiera tedesca.

Ita: retroscena della vendita a Lufthansa e Msc
Alfredo Altavilla.

Una trattativa fulminea con l’esigenza di privatizzare quanto prima

Che qualcosa fosse nell’aria lo si era percepito quando, cercando di non dare nell’occhio, lunedì 24 gennaio Alfredo Altavilla, che di Ita è presidente esecutivo, era stato visto entrare da solo a Palazzo Chigi, dopo essere sceso da una Bmw serie 5. Andava evidentemente a riferire il buon esito della trattativa, ma anche a informare il governo (che di Ita è azionista unico attraverso il Mef) che occorreva prendere una decisione in tempi rapidi. Spetta ora infatti ora al Mef e al Consiglio di amministrazione di Ita la decisione se accogliere o meno la manifestazione d’interesse, e in caso positivo di aprire la data room in esclusiva a  Msc (oltre 100 mila dipendenti, un fatturato stimato di circa 30 miliardi di dollari e da poco primo gruppo del mondo nel trasporto di container) e Lufthansa (106 mila dipendenti e 11 miliardi di fatturato nei primi nove mesi del 2021).

La valutazione di Ita tra gli 1,2 e 1,5 miliardi di euro

Non sono ancora noti i dettagli economici della transazione, ma si parla di una cifra oscillante tra gli 1,2 e gli 1,5 miliardi di euro. Quella esatta la si conoscerà all’avvio della data room. È lì che si decideranno anche gli equilibri nella compagine azionaria. Nel comunicato Msc parla di «interesse ad acquisire una quota di maggioranza», quel che trapela indica una fetta di almeno il 40 per cento per Msc e il resto tra tedeschi e Tesoro. Quello che è certo è che il governo si è trovato davanti all’inattesa occasione di liberarsi di una patata bollente (Ita ha chiuso il 2021 con una perdita di 170 milioni di euro, ma non poteva essere diversamente visto l’incidenza della terza ondata epidemica) e da Chigi trapela soddisfazione per come il presidente Altavilla sia riuscito in tempi rapidi a mettere insieme il colosso del cargo marittimo gestito degli Aponte e quello tedesco del trasporto via aria.

Ita: retroscena della vendita a Lufthansa e Msc
Aerei Lufthansa (Getty Images).

Lo Stato resterà come azionista di minoranza della compagnia

Ciò non vuol dire che lo Stato, che con Alitalia ha bruciato 12 miliardi di euro in successivi tentativi di salvataggio mai andati a buon fine, abbandoni del tutto la partita, visto che i potenziali compratori hanno espresso l’intenzione che resti con una quota di minoranza, cosa che sembra fatta apposta anche per tacitare le critiche di chi biasimerebbe la perdita di italianità della compagnia. La proposta su cui hanno lavorato Altavilla, Msc e Lufthansa poggia su tre pilastri: trasporto passeggeri, trasporto cargo, trasporto charter per sfruttare appieno i tre aeroporti italiani di riferimento di Roma Fiumicino e Milano Linate per i viaggiatori, e di Malpensa per le merci.

Dall’operazione almeno 200 milioni di euro di ricavi in più per Ita

I vertici di Ita hanno spiegato ai tedeschi come di fatto l’azienda abbia soddisfatto quelle che erano le richieste di sempre di Lufthansa: società snella, un nuovo contratto aziendale e senza debiti. Ai tedeschi è stato spiegato che i vantaggi sarebbero molteplici e i ricavi aggiuntivi pari ad almeno 200 milioni di euro l’anno. L’utilizzo dell’infrastruttura commerciale permetterebbe a Ita di aumentare i ricavi, l’accesso a un’unica centrale acquisti (per i pezzi di ricambio, il kerosene, gli aerei) nonché risparmi significativi e l’ingresso nella joint venture transatlantica (con United Airlines e Air Canada) come membro di primo livello.

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