Istat, la comunità Lgbtq+ denuncia: 1 su 5 aggredito sul lavoro

Redazione
24/03/2022

Dal clima ostile al mancato avanzamento professionale: la percentuale di omosessuali e bisessuali che denunciano disparità e mancanza di inclusione è alta. E c'è anche chi decide di trasferirsi all'estero.

Istat, la comunità Lgbtq+ denuncia: 1 su 5 aggredito sul lavoro

Istat e Unar hanno messo a punto i dati relativi a una rilevazione sulle discriminazioni lavorative nei confronti delle persone Lgbtq+ durante il biennio 2020-2021. Secondo il report, una persona su 5 dichiara di aver avuto problemi sia nell’avanzamento di carriera sia nel riconoscimento o nell’apprezzamento delle proprie capacità a causa del proprio orientamento sessuale. Il 26 per cento degli occupati o ex occupati, spiega l’Istat, ha dichiarato che l’omosessualità o la bisessualità ha rappresentato per loro uno svantaggio. Ma non è finita, perché all’ambito professionale si affianca il clima ostile o addirittura aggressioni vissute nell’ambiente di lavoro.

Istat: una persona su 5 discriminata nella comunità Lgbtq+

I dati riguardano il biennio 2020-2021 e sono allarmanti. Non solo nella comunità Lgbtq+ un intervistato su cinque parla di aver avuto problemi di crescita professionale a causa del proprio orientamento sessuale. La stessa percentuale, infatti, racconta di episodi ostili o di vere e proprie aggressioni subite sul posto di lavoro. L’incidenza è più alta tra le donne, il 21,5 per cento contro il 20,4, oltre che tra i giovani, 26,7 per cento, gli stranieri, 24,7 e chi vive nelle Regioni del Sud Italia, 22,6.

Istat, la comunità Lgbtq+ denuncia: 1 su 5 aggredito sul lavoro. Si parla anche di clima ostile o svantaggi nella crescita professionale
Alcuni partecipanti al Pride di Milano nel 2021 (Getty)

C’è chi si trasferisce per allontanarsi dalla discriminazione

L’Istat rivela che il 16,8 per cento, inoltre, si trasferisce per allontanarsi da questi eventi. Il 3,4 per cento sceglie l’estero, il 12 un altro comune. Il 16,7 per cento ha parlato, infatti, di discriminazioni subite dai vicini di casa, il 13,1 sui mezzi di trasporto o negli uffici pubblici, il 10,4 addirittura in ambito sanitario. Problemi anche per chi ha figli: il 12,4 per cento dichiara di essere evitato dagli altri genitori proprio per l’orientamento sessuale, mentre l’11,3 per cento parla di figli derisi dagli altri bambini o, nel 6,5 per cento dei casi, addirittura esclusi e isolati dai compagni.

Per paura di essere aggrediti c’è chi evita di tenersi per mano

Un problema grave, che si ripercuote a più riprese sulla vita quotidiana di omosessuali e bisessuali. All’interno del documento con i dati Istat, si legge anche che il 68,2 per cento evita di tenersi per mano in pubblici per paura di essere minacciato, aggredito o molestato. Un comportamento più comune tra gli uomini rispetto alle donne: il 69,7 per cento dei casi tra i primi, quasi 7 su 10. C’è chi, per lo stesso motivo, non rivela il proprio orientamento sessuale: è il 52,7 per cento.

Per la comunità Lgbtq+ serve sensibilizzazione 

Istat ha anche chiesto agli intervistati cosa serve, secondo loro, per favorire l’inclusione. La risposta più frequente, arrivata nel 71,7 per cento dei casi, riguarda l’urgenza di attività di formazione, sensibilizzazione e compagne sulle diversità da parte delle istituzioni pubbliche.

Istat, la comunità Lgbtq+ denuncia: 1 su 5 aggredito sul lavoro. Si parla anche di clima ostile o svantaggi nella crescita professionale
Durante il Pride 2019 a Milano una ragazza tiene un cartello sul rispetto della diversità (Getty)