Gli italiani tornano a guadagnare un po’ di più e quindi anche a spendere. Si esce, si viaggia, si torna a investire denaro nel settore dello svago e del divertimento dopo le ristrettezze della pandemia. È quello che rivela l’Istat attraverso la pubblicazione dei dati circa spese e consumi del secondo trimestre.
I dati Istat: reddito delle famiglie in aumento dello 0,5 per cento
Secondo l’Istituto di statistica il reddito disponibile delle famiglie e il loro potere d’acquisto hanno segnato «lievi aumenti». Nello stesso modo «la crescita sostenuta dei consumi finali ha sospinto al ribasso la propensione al risparmio, rimasta tuttavia a livelli superiori a quelli registrati prima della crisi». Secondo i dati dell’Istat, il reddito disponibile delle famiglie è cresciuto dello 0,5 per cento rispetto al trimestre precedente. La dinamica dei prezzi (più 0,4 per cento) ha però frenato l’incremento del potere d’acquisto, aumentato dello 0,1 per cento rispetto al trimestre precedente. La propensione al risparmio delle famiglie è, invece, stimata al 12,9 per cento. Un dato in flessione di 4,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Nello stesso modo la spesa per i consumi finali è aumentata, in termini nominali, del 5,4 per cento.
Gli investimenti delle famiglie sono in aumento
Buone notizie sul fronte degli investimenti. Nel secondo trimestre del 2021, a fronte di un aumento degli investimenti fissi lordi del 4 per cento e del già segnalato aumento dello 0,5 per cento del reddito lordo disponibile, il tasso di investimento delle famiglie consumatrici è stato pari al 6,3 per cento, con un aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. In calo, invece, l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil. Il dato riporta una flessione del 7,6 per cento, mentre nello stesso periodo dell`anno precedente risultava pari al meno 12,9 per cento. Complessivamente, nei primi due trimestri del 2021, le Pa hanno registrato un indebitamento netto pari a -10,2 per cento del Pil, in miglioramento rispetto al meno 11,8 per cento del corrispondente periodo del 2020. Nel secondo trimestre dell’anno, «l’incidenza del deficit delle Amministrazioni pubbliche sul Pil» è il commento dell’Istat «si è sensibilmente ridotta in termini tendenziali per la consistente riduzione delle uscite, solo in parte compensato da un calo nelle entrate».