Tira più un gelato che un carro di Pegasus

Redazione
23/07/2021

In Israele a tenere banco è la scelta di Ben&Jerry di non vendere più i suoi prodotti nei Territori occupati. Politici e media puntano il dito contro l'azienda americana, mentre la questione dello spionaggio è già finita nel dimenticatoio.

Tira più un gelato che un carro di Pegasus

Scatole di gelati scaricate nel cassonetto. Gesti e frasi eclatanti per condannare il boicottaggio di Ben&Jerry. La scelta dell’azienda americana di non vendere più i suoi prodotti nei Territori occupati ha scatenato l’immediata protesta delle autorità israeliane. Sull’argomento sono intervenuti praticamente tutti. Orna Barbivai, ministra dell’Economia, si è fatta immortalare in un video mentre si preoccupa di riporre nella pattumiera una confezione di gelato, il suo alter ego agli Esteri Yair Lapid ha definito la decisione di Ben&Jerry una «vergognosa resa all’antisemitismo». Toni duri, postati anche da Benjamin Netanyahu su Twitter. Mentre il presidente Isaac Herzong ha parlato di un «nuovo tipo di terrorismo».

E il resto? Non sembra interessare molto, anche se si chiama Pegasus, lo spyware prodotto dalla società israeliana Nso e utilizzato per spiare giornalisti e dissidenti politici di tutto il mondo. Da una professoressa 65 enne francese, al Dalai lama nel mirino ci sono finiti anche personaggi apparentemente insospettabili, certificando la vastità di una rete senza confini. Eppure la questione del lato oscuro dell’efficacissima azienda high-tech israeliana, delle eventuali responsabilità governative (il ministro della Difesa dovrebbe approvare tali vendite) è passata in fretta nel dimenticatoio. Almeno guardando i giornali. I gelati monopolizzano le pagine e per trovare notizie sulla Nso bisogna davvero sgranare gli occhi.

Ben&Jerry, lo stop alle vendite tra un anno e mezzo

Paradossale se si pensa che da un lato si parla di una protesta non violenta da parte di una società destinata a partire solo tra un anno e mezzo. Dall’altro di diritti umani, sabotaggio alla libertà di stampa, sorveglianza illegittima di oppositori politici e possibili collegamenti con efferati delitti. Come riporta il Guardian, il corrispondente per gli Usa di Channel 13, intanto, si è precipitato nel Vermont, dove ha sede la compagnia per scavare alle origini della scelta di Ben&Jerry, mentre il proprietario della fabbrica israeliana, in cui lavorano 160 dipendenti, supplica la gente di non pensare al boicottaggio. Un’ipotesi, in realtà, lontana, supportata da una grande confusione social. Qui abbondano le persone che postano foto con i gelati, alcuni per mostrare solidarietà, altri per condannare in maniera ferma la decisione. Al netto di visioni differenti, però, restano le vendite, aumentate del 21 per cento da quando è stata diffusa la notizia.

I gelati Ben&Jerry disponibili nel raggio di qualche chilometro

La scelta di non vendere più nei Territori occupati, poi, in concreto non dovrebbe portare disagi eccessivi e chi vorrà davvero gustarsi il dessert potrà sempre trovarlo nel raggio di qualche chilometro. Spontaneo chiedersi, dunque, perché tanto clamore. Si tratta di una questione prettamente simbolica. Israele si crede vittima innocente di una manipolazione orchestrata dai suoi nemici per convincere Ben&Jerry. Esattamente al contrario di quanto avviene sul fronte Nso. Il Paese nel comparto high-tech è ai vertici mondiali. Il settore copre la metà delle esportazioni e offre lavoro al dieci per cento della popolazione. Un apporto importante, diventato fondamentale in tempi di pandemia.

All’esterno l’industria tecnologica invia l’immagine di uno Stato avanzato, in linea con gli standard imposti dal 21 esimo secolo. Nell’immaginario collettivo è lo spirito pioneristico che ha permesso a Israele di fiorire nel deserto. La manifestazione più nitida dell’eccezionalità ebraica. In un contesto simile, non è un caso che Nso si sia difesa affermando che la sua opera serve a combattere pedofili e terroristi. Della serie bravi ragazzi, impegnati nella lotta contro i cattivi. E poco importa che in mezzo ci siano violazioni dei diritti umani e gravi attacchi democrazia. Gelati ed Nso, quindi, rappresentano due facce della stessa medaglia. Il ruolo di vittima, che finisce per legittimare comportamenti al limite.