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Isola d’Elba, la denuncia di Legambiente: “Squali morti nei fondali”

La denuncia arriva dopo la scoperta sui fondali dell’Isola d’Elba di alcuni squali gattopardo con il filo di palmito in bocca.

25 Luglio 2022 16:17 Annarita Faggioni
Legambiente ha denunciato la presenza di squali morti nei fondali dell'Isola d'Elba: cosa è successo e da cosa dipende.

“Da giugno i diving centers dell’Isola d’Elba segnalano il rinvenimento di squali e razze morti sul fondale dei punti di immersione della zona di Marciana Marina”. È questa la denuncia della sede di Legambiente Arcipelago Toscano. Secondo gli ambientalisti, gli squali morti sarebbero una diretta conseguenza dell’attività di pesca nella zona. Legambiente avrebbe anche ritrovato sui fondali i segni di palamiti, proprio nei punti dove si trovano questi animali. Questo fa parlare l’associazione di “deliberato atto di disturbo” contro gli squali.

Isola d’Elba, la denuncia: “Squali morti nei mari”

Un’altra ipotesi è che la presenza di squali morti dipenderebbe dall’installazione di nuove boe nella zona vicino al loro punto di immersione. Infatti il progetto Interreg EcoStrim ha previsto dei punti di immersione per ormeggiare vicino alle boe e per pescare anche al largo utilizzando la singola boa come punto di appoggio. In questo modo, non si ha neanche bisogno di utilizzare un’ancora, garantendo così una pesca nelle immediate vicinanze ed evitando ulteriori danni ai fondali.

In più, anche la zona di punta del Nasuto era stata interdetta alla pesca e all’immersione. Purtroppo, secondo Legambiente, alcuni pescatori – pochi – farebbero fatica ad adattarsi alle nuove ordinanze. Questo comporterebbe la moria degli squali.

Gli squali morti, perché per Legambiente non è accidentale

Secondo l’associazione ambientalista, la morte di questi animali non sarebbe accidentale perché alcuni squali gattopardo – nome scientifico Scyliorhinus stellaris – sarebbero stati trovati con un filo di palmito da pesca alla bocca. Oltre a Legambiente, anche operatori del settore marittimo, turisti e istituzioni non si capacitano della scoperta perché stanno facendo di tutto per destagionalizzare l’Isola d’Elba e per garantire un turismo sostenibile tutto l’anno.

Questo aspetto non riguarda comunque solo gli ambientalisti: ridurre la presenza di pesci – di qualunque specie – riduce la biodiversità, con conseguenti rischi per chi opererà nel settore della pesca in futuro.

 

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