Milioni di dollari, gioielli e lingotti d’oro. È il tesoro dell’Isis, che ancora giace in nascondigli segreti dell’Iraq e della Siria. Si tratta delle scorte monetarie che gli uomini dello Stato islamico hanno occultato poco prima della loro sconfitta nel 2019. Oggi, ex membri del califfato stanno contattando gli eserciti iracheno e siriano per rivelare la corretta ubicazione dei bottini, ma recuperarli non è semplice. In molti hanno messo gli occhi sulle enormi ricchezze fra milizie sciite, diversi clan criminali e funzionari statali. Tuttavia nessuno osa appropriarsene. Muoversi per primi potrebbe scatenare una guerriglia urbana con gravi conseguenze. Per questo occorre muoversi nell’ombra, molto spesso ingannando anche i propri stessi familiari.
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Da Ninive ad al-Qaim, dove si trova il tesoro dell’Isis in Medioriente
Il tesoro dello Stato Islamico riaffiora grazie a una fitta rete in tutto l’Iraq, anche al confine con la Siria. Dai pozzi di Anbar, nell’ovest del Paese, fino alle fogne della città vecchia a Mosul, passando per le abitazioni private di Ninive e per le aree sull’Eufrate, l’Isis ha usato vari nascondigli per occultare il suo bottino. Come riporta anche il Guardian, non è chiaro a quanto ammonti il valore del denaro e dei gioielli sepolti nel terreno, ma si parla anche di decine di milioni di dollari. «Non si tratta di un mito», ha detto al quotidiano britannico un ex membro del califfato. «Ci sono però solo poche persone che conoscono l’ubicazione esatta delle scorte». Senza nessuno disposto a condividere il bottino, si è creato uno stallo alla messicana in cui ogni mossa falsa può sfociare in guerriglia.

È il caso di al-Qaim, al confine con la Siria, dove si trovano oro e banconote per un valore di 16 milioni. Tutti sanno dove cercare, ma nessuno osa farlo. «Se qualcuno provasse a prenderlo, gli altri lo ucciderebbero», ha confermato una fonte vicina alla leadership di Hezbollah libanese. «Potresti prenderlo, ma difficilmente arriveresti in un porto sicuro». Alcuni pentiti dell’Isis hanno inoltre suggerito che grandi carichi di gioielli e lingotti d’oro si trovino nel sottosuolo, all’interno di vecchi frigoriferi. «Non riusciamo a trovarli», ha però detto un miliziano. «Sono lì fuori però, ne sono certo». Un’altra storia invece giunge da Baaj, piccola città nel governatorato di Ninive. Qui un agente dei servizi iracheni ha trovato – e tenuto per sé – circa 3 milioni di dollari, con cui avrebbe acquistato quattro ville. «Continua a dirmi di non aver trovato nulla», ha detto al Guardian suo cugino, un ufficiale dell’esercito.
Mosul, milioni di dollari sotto la città vecchia e la Grande Moschea
Sebbene l’intero Iraq nasconda ancora diversi tesori dello Stato Islamico, nulla batte Mosul. La città vecchia cela infatti, secondo la polizia locale ed ex prigionieri dell’Isis, enormi fortune. Due anni fa, un ritrovamento ha coinvolto persino la Grande Moschea di al-Nuri, dove l’ormai defunto Abu Bakr al-Baghdadi proclamò il califfato nel 2014. Qui un alto ufficiale della polizia ha trovato nel 2021 una borsa con 1,5 milioni di dollari in contanti. «Ho deciso di darlo al governo», ha detto sconsolato al Guardian. «Pensavo fosse mio dovere, ma appena l’ho consegnato mi hanno accusato di averne intascata una parte. Tornassi indietro, me lo terrei a casa». L’uomo ha poi confermato come non lontano da casa sua si troverebbero altri due tesori nascosti. Nessuno però osa recuperarli, in quanto l’area è soggetta a videosorveglianza costante. Essere scoperti, in un clima così teso, significa morire.