Continuano ad emergere dettagli sulla situazione delle case di via Celario a Casamicciola, distrutte dalla frana che nella notte tra venerdì e sabato si è abbattuta a Ischia: tra appelli inascoltati e mancanza di piani di dissesto idrogeologico, spunta anche il via libera a poter rientrare nelle abitazioni nonostante, dopo il sisma del 2017, fossero state dichiarate inagibili.

Casamicciola, nel 2017 le case vennero dichiarate inagibili
Il terremoto aveva infatti danneggiato alcuni edifici tanto da farli sgomberare. Nel giugno del 2020, però, quelle ordinanze sono state annullate e i residenti sono fatti tornare nelle loro case sulla base di una valutazione effettuata tenendo presente soltanto le condizioni statiche delle abitazioni, come se il rischio idrogeologico non esistesse. L’avvocato Bruno Molinaro, esperto di abusivismo edilizio sull’isola, ha evidenziato che «sulle carte incredibilmente non esisteva perché proprio la zona interessata dall’alluvione era indicata come bianca, cioè a rischio zero, nei documenti ufficiali». E ancora: «Come questo sia stato possibile è veramente un mistero».
Sono diversi gli interrogativi che stanno emergendo dalle carte, come per esempio il fatto che, nel piano preliminare di ricostruzione della Regione, proprio la zona invasa dal fango era stata individuata come sicura tanto da aver previsto nuove case. Resta dunque da capire chi e su quali basi ha preparato quelle cartine, cosa su cui si sta concentrando l’attività della Procura di Napoli che indaga per accertare eventuali responsabilità sul disastro che ha provocato otto vittime accertate (sono ancora in corso le ricerche di quattro dispersi).

Il comune non aveva un piano straordinario di emergenza
L’obiettivo della magistratura è quello di approfondire tutti gli aspetti della vicenda, dagli allarmi lanciati in 23 Pec da un ex sindaco di Casamicciola, Peppino Conte, ai profili di natura urbanistica ed edilizia fino al nodo dell’impiego e della destinazione delle risorse stanziate per mettere in sicurezza il territorio. La dirigente della Protezione civile Claudia Campobasso ha evidenziato che il comune non aveva un piano straordinario di emergenza aggiornato nonostante negli ultimi dodici anni ci siano stati almeno tre alluvioni e un terremoto con vittime. Dopo la tragedia, ha spiegato il prefetto, si elaborerà un primo piano speditivo che presumibilmente comporterà, laddove ci fossero altre allerte, un’evacuazione temporanea della popolazione.