Le autorità della Cina meridionale si sono scusate per aver fatto irruzione nelle case delle persone positive al Covid che erano state portate in hotel per trascorrere la quarantena: la mano pesante del governo di Pechino, nell’ambito della ben nota “tolleranza zero” della Repubblica Popolare, ha portato a proteste da parte dei cittadini. Si sono fatti sentire in particolare quelli di un complesso residenziale nel distretto di Liwan, nella città di Guangzhou, dove le porte di 84 appartamenti sono stati forzate nel tentativo di trovare eventuali contatti stretti nascosti all’interno e per disinfettare i locali.

Cina, continua la tolleranza zero contro il Covid
Le porte sono state successivamente sigillate e sono state installate nuove serrature. Ma, ovviamente, quanto successo non è passato sotto silenzio. Il governo del distretto di Liwan si è così scusato per il modo di agire «superficiale e violento». Le autorità hanno annunciato che è stata avviata un’indagine su quanto accaduto e che e le «persone responsabili» saranno severamente punite. Mentre il resto del mondo sta via via abbandonando le restrizioni, in Cina c’è ancora tolleranza zero contro il Covid: i cittadini continuano a essere sottoposti a test di routine e lunghe quarantene. In caso di positività, le abitazioni vengono sanificate dagli operatori sanitari ed è anche successo che all’esterno di interi palazzi fossero installate barriere di metallo, per impedire agli abitanti di uscire.
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Cina, ieri registrati 699 nuovi casi di Covid
Numerosi casi di polizia e operatori sanitari che hanno fatto irruzione nelle case della Cina in nome delle misure anti-Covid-19 sono stati documentati sui social media. In alcune occasioni, persino con i residenti al loro interno. Come detto, in Cina le misure più restrittive restano in vigore, nonostante il tasso di infezione davvero basso: ieri la Commissione sanitaria nazionale ha annunciato 699 nuovi casi di trasmissione del Coronavirus rilevati nelle 24 ore precedenti, la maggior parte dei quali era asintomatica.