La lapide di Mahsa Amini è stata vandalizzata da sconosciuti in Iran. Sulla tomba della giovane donna divenuta simbolo delle proteste in Iran, è stata distrutta parte della lapide: il vetro protettivo e la foto di Mahsa, parzialmente in frantumi. La giovane è stata sepolta nel cimitero del villaggio di Aichi, nella provincia del Kurdistan, e a diffondere la foto è stata la famiglia, rilanciata a livello globale dalla Bbc. Il fratello di Mahsa, Ashkan Amini, ha denunciato quello che, spiega, è il secondo attacco in pochi mesi: «Anche il vetro della tua lapide li infastidisce».

Ashkan Amini: «La aggiusteremo ogni volta che la rompono»
Il fratello di Mahsa Amini ha parlato della vicenda su Instagram. «Anche il vetro della tua lapide li infastidisce», ha scritto, spiegando che si tratta del secondo attacco in pochi mesi nel 2023. Poi ha aggiunto: «Non importa quante volte lo rompono, lo aggiusteremo. Vediamo chi si stanca per primo». E contattato dalla Bbc, l’avvocato Saleh Nirbakht, portavoce della famiglia, ha raccontato che la lapide sarebbe stata infranta domenica da individui già «noti in passato per azioni così sgradevoli». E i fatti spiacevoli sembra non siano finiti qui: il padre di Mahsa avrebbe avuto problemi con le autorità per la costruzione di una tettoia protettiva sulla tomba.
Cos’è successo a settembre
Mahsa Amini è diventata un simbolo in Iran dopo l’arresto del 13 settembre. La polizia morale l’ha fermata a causa di un velo non indossato bene. Portata a Vozara, in un centro di detenzione, è morta dopo tre giorni di coma, e alcuni testimoni raccontano di aver sentito delle urla provenire dalla caserma. Da quel momento, dal 16 settembre, migliaia di donne, uomini, studenti e studentesse sono scesi in piazza per protestare contro le autorità e porre fine alla persecuzione che vivono ogni giorno centinaia di iraniane.
