Sarebbero almeno 35 le studentesse portate in ospedale a Pardis, una città vicina a Teheran, in Iran, a causa di un gas tossico. Le giovani l’avrebbero inalato alla scuola superiore Khayyam e non si tratta del primo caso, ma del quarto. Si aggiunge, infatti, alle intossicazioni registrate in altre scuole superiori nelle province di Lorestan e Boroujeard. Sui social sono stati diffusi diversi video in cui vengono mostrate alcune ambulanze che portano via le ragazze dalla scuola. Ma i casi si sono diffusi ormai da mesi e le scuole coinvolte, complessivamente, sono state 30.
Another chemical attacks on schoolgirls in Iran.
This is a revenge for the role the young women played in the recent protests against forced hijab and Islamic Regime.
A student who sent this video from Pardis, Tehran says,; “The Islamic are killing us pic.twitter.com/pkmw2R0eef… https://t.co/51fDyIpXo4— Masih Alinejad 🏳️ (@AlinejadMasih) February 28, 2023
Il caso di Qom: centinaia di alunne intossicate
L’intossicazione di 35 ragazze nella scuola superiore di Pardis non è diverso da quanto accade ormai da settimane a Qom. Quest’ultima è una delle città sante dell’Iran e da fine novembre in poi si sono registrati casi di avvelenamento respiratorio in molte scuole femminili, anche tra bambine di 9 o 10 anni. Un docente ha dichiarato che dietro gli attacchi ci sarebbero i militanti del gruppo religioso Hazarehgera, convinto che le donne non dovrebbero ricevere alcuna istruzione. Si parla di oltre 400 ragazze nella sola Qom, oltre a 135 a Boroujerd e alle 35 di Pardis delle scorse ore.

L’avvelenamento è «intenzionale»
L’agenzia Irna ha confermato che a metà febbraio i genitori di alcune delle studentesse, che sarebbero centinaia, si sono riuniti davanti al governatorato di Qom per «chiedere spiegazioni». Una protesta vana, ma gli attacchi adesso sembrano studiati. Domenica 26 febbraio il viceministro della Salute iraniano Youness Panahi ha confermato implicitamente, secondo quanto scrive l’agenzia, che «l’avvelenamento è stato intenzionale». E adesso in tanti temono che a Pardis stia accadendo qualcosa di simile con l’obiettivo di far chiudere tutte le scuole femminili e proseguire nella repressione della rivolta cominciata a fine settembre.
