L’ayatollah Ali Khamenei, leader supremo dell’Iran, ha promulgato un decreto per la liberazione di «decine di migliaia» di prigionieri, che al momento si trovano in carcere dopo essere stati arrestati durante le proteste che da mesi stanno infiammato la Repubblica Islamica. La grazia sarebbe stata decisa per celebrare l’anniversario della rivoluzione islamica del 1979.

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Le persone finite in carcere sarebbero più di 20 mila
Secondo Human Rights Activists News Agency, le persone finite in prigione a seguito delle proteste sarebbero oltre 20 mila. Ma non saranno solo loro a beneficiare dell’indulto di Khamenei. Come riporta l’agenzia di stampa Fars, infatti, la decisione riguarderebbe anche altre decine di persone incarcerate per altri reati: «Chi non è accusato di spionaggio per agenzie straniere, di avere stretto contatti diretti con agenti stranieri, si avere commesso omicidio o violenze, di avere incendiato proprietà dello Stato e chi non è stato denunciato da un privato verrà liberato», hanno annunciato i media di Stato iraniani.
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Rivoluzione islamica, cosa è successo nel 1979
La rivoluzione islamica, nata dalle proteste sorte nel 1978 a causa delle precarie condizioni economiche del Paese e, in generale, per un contesto politico contrassegnato dall’autoritarismo dello scià Reza Pahlavi, sovrano dal 1941, trasformò la monarchia in una repubblica islamica sciita, una teocrazia la cui costituzione si ispira alla legge coranica. Il leader religioso Ruhollah Khomeyni, in esilio, rientrò a Teheran il 31 gennaio 1979 e la presa del potere si concretizzò nei giorni successivi: il 30 marzo un referendum sancì poi la nascita della Repubblica Islamica dell’Iran, con il 98 per cento dei voti a favore.
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