La magistratura iraniana ha diffuso solo un numero: 11. Sono i ‘dissidenti‘ e manifestanti condannati a morte. Nessun nome. Come spiega la Iran Rights Watch (IHR) – ong di base in Norvegia secondo cui i condannati alla pena capitale sarebbero in realtà almeno 39 – le loro identità sono tenute «volutamente nascoste dalle autorità della Repubblica Islamica per ridurre i loro contatti con le famiglie e impedire un equo accesso alla difesa». Hanno quasi tutti meno di 30 anni e fanno parte delle decine di individui arrestati per aver partecipato alle proteste innescate lo scorso settembre dalla morte di Mahsa Amini. Ecco i loro volti e le loro storie (molti raccolti da Libération), a partire da Mohsen Shekari e Majid Reza Rahnavard giustiziati l’8 e il 12 dicembre.
Mohsen Shekari
Mohsen Shekari è stato il primo manifestante impiccato dall’inizio delle proteste. Aveva 23 anni ed è stato ucciso all’alba dell’8 dicembre dopo un processo definito «grossolano e ingiusto» da numerose organizzazioni per i diritti umani. Shekari lavorava in un bar di Teheran e il primo novembre un tribunale rivoluzionario lo ha giudicato colpevole di moharebeh, in persiano, inimicizia nei confronti di Dio. Secondo la stampa di regime il 23enne avrebbe usato un’arma per attaccare un basij, la forza paramilitare usata per reprimere le manifestazioni. Come ricorda l’IHR sono passati 75 giorni tra l’arresto e l’esecuzione, senza che un avvocato potesse assisterlo negli interrogatori e nel processo. La sua confessione forzata è stata trasmessa solo dopo la sua uccisione. Secondo alcuni collettivi la famiglia ha appreso della morte del figlio dai media.

Majid Reza Rahnavard
Anche Majid Rahnavard aveva 23 anni ed è stato impiccato il 12 dicembre all’alba. Il video del suo corpo appeso a una gru in piazza Machhad è stato postato sui social network dal regime con l’obiettivo di ‘dare un esempio’. Dopo il suo arresto, il 19 novembre scorso, le autorità avevano pubblicato alcuni video che mostravano un ragazzo armato di coltello, non ben identificabile, attaccare due guardiani della rivoluzione durante una manifestazione. Accusato di aver ucciso due basij, Majid Rahnavard è stato condannato sempre per moharebeh. Anche a Rahnavard, ricordano le associazioni iraniane per i diritti umani, non è stato concesso il diritto di nominare un avvocato. È stato torturato e durante le confessioni forzate aveva riconosciuto le proteste un errore. Impiccato due settimane dopo la condanna è stato subito seppellito e la famiglia, informata telefonicamente a cose avvenute, non ha potuto organizzare una cerimonia funebre per vedere il viso del figlio un’ultima volta.

Sahand Nourmohammad-Zadeh
Originario di Teheran, Sahand Nourmohammad-Zadeh è un atleta di sollevamento pesi plurimedagliato. È stato arrestato il 23 settembre e incarcerato nella prigione della Capitale tristemente nota per le condizioni di vita inumane. È accusato di aver danneggiato new jersey in autostrada, incendiato bidoni della spazzatura e pneumatici per «disturbare l’ordine pubblico e opporsi allo Stato islamico». In un audio reso pubblico l’8 dicembre, Sahand Nourmohammad-Zadeh ha raccontato di essere stato sottoposto a regime di isolamento per una settimana e di aver subito violenze psicologiche affinché confessasse.

Manouchehr Mehman-Navaz
Manouchehr Mehman-Navaz è stato condannato a morte per via direttissima, due settimane dopo l’inizio del processo il 29 ottobre scorso. È accusato di aver dato fuoco a un edificio governativo a Gharchak, nella provincia di Teheran, «per offendere lo Stato islamico». Le autorità hanno chiesto che la sua esecuzione avvenga in pubblico proprio sul luogo dell’incendio.

Mohammad Broghani
Mohammad Broghani ha solo 19 anni ed è stato arrestato a Pakdasht, 50 chilometri a sud-est di Teheran. Avrebbe brandito un machete, dato fuoco all’edificio del governatore e ferito un agente. Anche lui, come tutti gli altri, è stato condannato a morte per inimicizia contro dio. Mohammad Boroughani è stato trasferito nel carcere di Rajaei Shahr a Karaj, il che fa supporre che la sua esecuzione sia imminente.
19 y.o #MohamadBroghani is still in solitary confinement and his precious life is in danger.#StopExecutionInIran pic.twitter.com/rVwVHkonak
— 1500tasvir_en (@1500tasvir_en) December 16, 2022
Mohammad Ghobadlou
Arrestato il 22 settembre, Mohammad Ghobadlou, 22 anni, è stato accusato di aver investito in auto alcuni poliziotti causando un morto e diversi feriti, ma anche di «corruzione sulla terra». Secondo alcuni certificati medici diffusi dalla Bbc Iran l’uomo sarebbe bipolare. Ex studente e barbiere, secondo Amnesty international è stato torturato. Il primo novembre sua madre ha pubblicato un video in cui denunciava le autorità di negargli le visite e soprattutto i farmaci di cui ha bisogno.

Saman Seydi
Saman Seydi è un cantante e compositore della minoranza curda già perseguitata dal regime. In sostegno alle proteste, ha scritto canzoni per i manifestanti. Arrestato il 2 ottobre, è stato incarcerato prima a Evin, a Teheran, e poi trasferito a Rajaei Shahr. Il musicista è stato condannato alla pena capitale il 29 ottobre scorso per aver sparato in aria con una pistola e partecipato a un comizio contro la sicurezza nazionale. Il suo avvocato non ha mai avuto accesso al dossier e l’arma non è mai stata rinvenuta.

Sayed Mohammad Hosseini
Il 5 dicembre è stato condannato a morte Sayed Mohammad Hosseini, colpevole di «corruzione sulla terra» dopo l’aggressione di un basij durante le manifestazioni del 3 novembre. Insieme a lui sono stati condannati alla pena capitale, secondo Amnesty, Hamid Ghare-Hasalou, Mohammad Mehdi Karami, Hossein Mohammadi, e un quarto individuo non identificato.
Hamid Ghare-Hasalou
Hamid Ghare-Hasalou è un medico di 53 anni. Di origine turca, è stato arrestato con la moglie mentre partecipava ai funerali di un manifestante a Karaj. Accusato di aver preso parte all’omicidio di un basij, è in carcere dal 4 novembre. Come denuncia Amnesty, il 53enne è stato torturato per estorcergli una confessione. Il medico che ha alcune costole rotte e respira a fatica ha subito tre operazioni. La sentenza è stata emessa mentre era ancora sotto l’effetto dell’anestesia.

Mohammad Mehdi Karami
Mohammad Mehdi Karami, 22 anni, è stato arrestato il 3 novembre sempre a Karaj per l’omicidio di un basij e condannato a morte. In un video diffuso sui social suo padre ha implorato le autorità perché non uccidano suo figlio, campione di karate e membro della nazionale.

Hossein Mohammadi
Hossein Mohammadi è un attore teatrale di 26 anni. Arrestato il 3 novembre la sua condanna a morte ha suscitato una reazione internazionale, soprattutto nel mondo dello spettacolo. Juliette Binoche ha postato un suo video chiedendo la fine delle esecuzioni in Iran.
Amir Nasr-Azadani
L’ex calciatore iraniano Amir Nasr-Azadani, arrestato il 27 novembre mentre partecipava alle proteste a Isfahan, la sua città natale, rischia l’esecuzione per impiccagione. È accusato del reato di insulto all’Islam. Lo scrive Iranwire, una delle testate della diaspora iraniana, che riferisce anche delle minacce ricevute dalla famiglia e dal legale del giovane affinché non parlino.
