Le autorità sanitarie iraniane hanno dichiarato che in Iran centinaia di bambine sono state avvelenate nelle scuole per far sì che gli istituti chiudano. L’ultimo caso è accaduto nella città di Qom e il viceministro della Salute, Youness Panahi, dalle sue parole sembra aver confermato che «l’avvelenamento è stato intenzionale».
Bambine avvelenate in Iran
«È emerso che alcuni individui volevano che tutte le scuole, soprattutto quelle femminili, fossero chiuse», ha riferito l’esponente del governo. Dalla fine di novembre 2022, le televisioni e i giornali locali hanno riportato, infatti, casi di avvelenamento respiratorio in almeno duecento bambine di circa 10 anni, nelle scuole della città. Gli ultimi casi proprio a Qom, centro degli studi religiosi sciiti in Iran. A dicembre i consigli degli studenti di varie scuole avevano denunciato «focolai di avvelenamento» nelle mense, e a fine ottobre una studentessa universitaria di 21 anni, Negin Abdolmaleki, era morta per un’intossicazione.
«I ministeri dell’Intelligence e dell’Istruzione stavano collaborando per trovare la fonte dell’avvelenamento» ha dichiarato dal canto suo il portavoce del governo Ali Bahadori Jahromi.
The minister of education of the Islamic regime in Iran admitted that the poisoning of the students was intentional.
The poisoning of school girls is the revenge of the terrorist regime of islamic Republic against the brave women who flagged the mandatory hijab & shook the… https://t.co/kwK3vtLHDs pic.twitter.com/ycddbT0ghA
— Masih Alinejad 🏳️ (@AlinejadMasih) February 26, 2023
Il 14 febbraio scorso, i genitori delle ragazzine avvelenate si sono riuniti davanti al governatorato della città per chiedere spiegazioni in merito all’accaduto. Ad ora non sono stati annunciati arresti, ma tra le autorità e sui media locali tutti puntano il dito verso il fanatismo religioso. Molti ritengono infatti che gli attacchi al veleno nelle aule scolastiche siano un modo per scoraggiare le ragazze dall’andare a scuola e all’università, dove si forma l’opposizione e da cui sono nate le proteste che da settembre infiammano il paese per la morte della giovane Mahsa Amini. «L’avvelenamento delle studentesse è la vendetta del regime terrorista contro le coraggiose donne che hanno sfidato l’obbligo dell’hijab », ha twittato l’attivista iraniana emigrata Masih Alinejad.

Com’è avvenuto l’avvelenamento
L’avvelenamento, come riporta il portavoce del governo Jahromi, pare sia stato causato da «composti chimici disponibili non per uso militare» né contagiosi, né trasmissibili. «La più parte dei casi è curabile», ha affermato Panahi aggiungendo che non serviranno trattamenti «aggressivi». Le bambine avvelenate frequentavano 12 scuole comprese tra le città di Qom e Borujerd, situate a circa 150 chilometri dalla capitale Teheran. A Borujerd avvelenate anche 90 giovani ragazze delle scuole superiori: sorti dei sintomi si sono recate subito in ospedale.