Alcuni calciatori di una delle squadre di spicco di Teheran sono stati arrestati durante la notte a Damavand, vicino alla capitale dell’Iran, per aver partecipato a una festa privata di Capodanno insieme a delle donne. Lo riferisce l’agenzia iraniana Tasnim aggiungendo che alcuni dei partecipanti al party di «erano in uno stato anomalo a causa del consumo di alcol». Stando a quanto riportato, la polizia è intervenuta dopo una segnalazione dei vicini: dalla Rivoluzione islamica del 1979 in Iran è vietato partecipare a feste miste, con uomini e donne, e anche bere alcolici.

La stretta sulle feste dopo le proteste popolari
Le autorità non hanno rivelato i nomi dei calciatori coinvolti. Da quanto è trapelato, del gruppo fanno parte sia atleti in attività sia altri che hanno già concluso la carriera. La magistratura iraniana considera le feste notturne come un esempio di «anormalità e corruzione sociale». Fino a poco tempo fa, però, se organizzate in abitazioni private venivano sostanzialmente tollerate. La stretta sui party misti è arrivata di recente, ovvero dopo le proteste scatenate dalla morte di Mahsa Amini, la curda iraniana 22enne deceduta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale in quanto non indossava correttamente il velo.
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Ancora dei calciatori nel mirino del regime degli ayatollah
Dopo l’inizio del movimento di protesta, diversi calciatori iraniani hanno espresso le loro critiche al regime di Teheran. Per questo sono stati arrestati o messi in guardia dalle autorità. E c’è anche chi rischia di essere giustiziato. Quelli impegnati nel Mondiale in Qatar, ad esempio, hanno espresso dissenso astenendosi dal cantare l’inno nazionale, prima del match contro l’Inghilterra: l’insubordinazione compiuta in mondovisione certo non è piaciuta al regime degli ayatollah. Il 26 dicembre, poi, le autorità iraniane hanno costretto a un atterraggio imprevisto un aereo della Mahan Air diretto a Dubai, solo per evitare che uscissero dal Paese la moglie e della figlia di Ali Daei, leggenda del calcio iraniano che negli ultimi mesi ha «sostenuto gruppi anti rivoluzionari e rivoltosi, e incitato allo sciopero», come hanno spiegato le autorità. L’aereo, partito da Teheran, è stato fatto atterrare sull’isola di Kish, che si trova nell’estremità meridionale dell’Iran, a poco più di 200 chilometri dalla destinazione finale del volo.