Le autorità dell’Iran hanno annunciato di aver abolito l’istituzione della polizia morale. Lo ha detto in particolare il procuratore generale Mohammad Jafar Montazeri, citato dall’agenzia di stampa Isna. «La polizia morale non ha niente a che fare con la magistratura ed è stata abolita da chi l’ha creata», ha dichiarato nella città santa di Qom, durante un incontro con il clero «Portare l’hijab in modo sbagliato è una delle principali preoccupazioni della magistratura e della nostra società rivoluzionaria, ma l’azione legale è l’ultima risorsa». Ma la comunità internazionale nutre dubbi sul fatto che alle parole del procuratore seguano veramente i fatti.
La polizia morale era stata creata nel 2005
Gasht-e Ershad, ossia la polizia morale dell’Iran, era stata creata nel 2005: in questi 17 anni ha avuto il compito di arrestare le persone che violavano il codice di abbigliamento islamico, soprattutto le donne che non indossavano in modo corretto (o che proprio non portavano) l’hijab. Montazeri ha spiegato che la magistratura continuerà a vigilare sui comportamenti dei cittadini, sottolineando l’importanza di un abbigliamento femminile consono, soprattutto a Qom: visitata ogni anno da migliaia di pellegrini e seminaristi provenienti da tutto il mondo, la città è considerata il centro teologico dell’Iran. Montazeri negli ultimi giorni ha fatto anche un altro annuncio importante: ha infatti detto che a breve il Parlamento e il Consiglio Supremo della Rivoluzione Culturale annunceranno la loro opinione sulla questione dell’hijab obbligatorio, uno dei capisaldi della teocrazia di Teheran.
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Le donne sono obbligate a indossare il velo in pubblico dal 7 marzo 1979, giorno in cui l’ayatollah Khomeini, poco dopo aver preso il potere, ribaltò la legge varata dal primo scià Reza Pahlavi, che addirittura lo proibiva, imponendo a tutte le donne di indossare il velo.
Nuova mobilitazione: ci sarà tolleranza zero contro le proteste
Alcuni analisi considerano l’annuncio come una resa, tardiva, al movimento di protesta popolare iniziato a metà settembre. In ogni caso, l’abolizione della polizia morale non significherà fine della repressione nel Paese. Appena ieri il Consiglio di sicurezza iraniano ha infatti annunciato tolleranza zero nei confronti dei manifestanti: «Le forze di sicurezza, con tutta la loro forza e senza tolleranza, faranno fronte a ogni nuova rivolta, che finora è stata sostenuta dai servizi di intelligence stranieri». L’annuncio è stato fatto in vista di una nuova mobilitazione indetta dagli attivisti per tre giorni dal 5 al 7 dicembre, in continuità con le proteste contro l’establishment innescate dalla morte di Mahsa Amini avvenuta il 16 settembre.