Intesa Sanpaolo lancia Up2Stars

Redazione
17/02/2022

Al via il programma per valorizzare le startup. A febbraio la prima call dedicata al settore digitale e Industria 4.0.

Intesa Sanpaolo lancia Up2Stars

Intesa Sanpaolo, in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center, lancia Up2Stars, un nuovo programma di valorizzazione dedicato alle startup che coglie l’importanza di questo segmento di imprese quale motore imprescindibile dell’intera economia del Paese. L’obiettivo è stimolare il potenziale di innovazione che le startup possono generare a supporto della trasformazione delle filiere nazionali, nel quadro della transizione digitale ed ecologica.

Siamo infatti in una fase di rilancio dell’intera economia italiana, dove l’innovazione emerge come cruciale e centrale nei bandi del PNRR. Con Up2Stars Intesa Sanpaolo punta a individuare e favorire l’accelerazione delle migliori startup attive nei segmenti industriali innovativi, oltre a sviluppare quelle con migliori prospettive di posizionamento competitivo e crescita. Si tratta di imprese a elevata tecnologia, anche piccole e giovani, fucine di idee e progetti, capaci di cogliere stimoli e creare nuove opportunità per fare impresa e generare nuova occupazione.

Per raggiungere questo obiettivo, essenziale alla transizione digitale del Paese, le startup hanno bisogno di crescere sia sotto il profilo manageriale che finanziario grazie a programmi di accelerazione e attraverso la proposta delle migliori realtà e progetti a investitori e imprese strutturate, come quelle già clienti di Intesa Sanpaolo.

Le attività del programma Up2Stars

In avvio nel mese di febbraio, il programma Up2Stars prevede il lancio di quattro call di selezione consecutive, con cadenza bimestrale – febbraio, aprile, giugno e settembre – destinate alle autocandidature delle startup attive nei settori identificati come strategici: Digitale e Industria 4.0; Bioeconomia con focus su Agri Tech e Food Tech; Medtech e Healthcare; Aerospace. Per ciascuna call verranno selezionate al massimo 10 startup, per un numero complessivo di 40 che accederanno al programma 2022. La prima call è dedicata alla selezione delle startup attive nel settore Digitale e Industria 4.0 specializzate in: Anaytics e AI: soluzioni per la valorizzazione di big e open data, enhanced forecasting, nowcasting, decision support system, deep learning, hyper automation; Interazione uomo-macchina: tecnologie di sviluppo, interfacce digitali, wearable smart equipment, Augmented Reality software (assistenza remota, pick & place, complex assembly); Manifattura digitale: advanced and additive Manufacturing, stampa 3D, robotica, 5th generation mobile network, IoT sensors and infrastructure, interazione machine-to-machine, computer vision, digital Twin technologies (prototyping, maintenance), tecnologie per stoccaggio energia e ottimizzazione consumi; Cybersecurity: cyber assessment and simulation, cryptography info protection, passwordless, Operational Technology (OT) security, zero trust security, Software-Defined Security (SDS).

I criteri di valutazione delle autocandidature

Le autocandidature registrate accedendo alla pagina dedicata verranno valutate sulla base di cinque punti: Team (competenze complementari, impegno e risorse proprie, capacità di coinvolgere advisors idonei); Opportunità di mercato (dimensioni e previsioni di crescita del mercato target, go-to-market, panorama della concorrenza); Prodotto (esigenza a cui si intende far fronte, design e innovazione, vantaggi competitivi, stadio di sviluppo); Difendibilità (barriere d’ingresso quali proprietà intellettuale, se applicabile, altrimenti time-tomarket e traction o altro); Piano Economico (piano quinquennale con ipotesi solide, uso dei fondi raccolti, ROI strategy). Al termine di ciascun percorso di accelerazione, ogni bimestre, è previsto un Demo Day di presentazione delle startup accelerate ad una platea di investitori e imprese. Up2Stars concluderà il ciclo con un evento di valorizzazione e celebrazione finale delle 40 startup selezionate e accompagnate in un percorso di crescita che consentirà loro di incontrare coach, mentor e investitori, creare networking e favorire incontri con imprese mature.

Il ruolo di Intesa Sanpaolo Innovation Center

Il percorso di accelerazione vede Intesa Sanpaolo Innovation Center, centro di competenza del Gruppo Intesa Sanpaolo, in un ruolo-chiave nella realizzazione del programma, nella supervisione del percorso di accelerazione e la sua partecipazione alla fase di selezione, nonché la fornitura della piattaforma digitale di candidatura per le startup. Un ruolo coerente con quanto realizzato a partire dal 2014 nell’affiancare la crescita delle startup in un mercato molto competitivo, anche grazie alla forte rete internazionale che Innovation Center ha consolidato negli anni.

L’acceleratore Gellify e il network di partnership strategiche

Il percorso di ciascuna startup selezionata da Up2Stars sarà erogato dal partner per l’accelerazione Gellify e prevede un piano personalizzato di contenuti e la mentorship di esperti di settore. I partner Microsoft Italia, Cisco e Opening Future -iniziativa finalizzata al sostegno e alla crescita del digitale in Italia in partnership con Google Cloud e Noovle, cloud company del Gruppo TIM – metteranno a disposizione delle startup servizi e strumenti utili all’accelerazione. ELITE –Gruppo Euronext offrirà la possibilità di partecipare nella Lounge esclusiva in partnership con Intesa Sanpaolo presso la sede di Borsa Italiana, per accompagnare le startup in percorsi di formazione, crescita dimensionale e apertura al mercato dei capitali e, con Intesa Sanpaolo Innovation Center, forniranno supporto formativo e l’organizzazione di incontri con partecipazione attiva delle startup agli eventi e nel percorso di accompagnamento e sviluppo.

intesa sanpaolo per le startup
Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo.

L’impegno del Gruppo verso le startup

Intesa Sanpaolo e Intesa Sanpaolo Innovation Center dedicano da anni iniziative e risorse allo sviluppo delle potenzialità delle startup. Con Up2Stars il Gruppo mette a frutto l’esperienza accumulata, le partnership strategiche e tutti gli strumenti a disposizione per supportare la crescita delle startup facilitando il loro accesso a investitori, alle aziende clienti e ai prodotti e servizi bancari a disposizione. Up2Stars si colloca nel più ampio quadro di interventi e progetti promossi dal Gruppo per supportare le PMI e valorizzare quelle che maggiormente investono in sostenibilità, digitalizzazione e innovazione, come previsto anche da ‘Motore Italia’, il programma strategico avviato lo scorso anno da Intesa Sanpaolo per il rilancio delle piccole e medie imprese, in linea con gli obiettivi delineati dal PNRR. A disposizione delle startup anche prodotti di finanziamento dedicati come Convertibile Impresa, che può finanziare tutti i programmi e le tipologie di investimento collegati ai piani di avvio e sviluppo del business fino all’80 per cento degli importi documentati. Convertibile Impresa si rivolge inoltre alle startup che già operano in un contesto di venture capital – in quanto fondi di Venture Capital o Business Angel che partecipano già al capitale dell’impresa – e che stanno valutando di aumentare il proprio capitale prevedendo anche l’ingresso di nuovi soci. «Siamo di fronte a un percorso di trasformazione che coinvolgerà da vicino l’economia e la società italiana e che riguarderà tutti i settori produttivi del Paese», ha dichiarato Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo. «La transizione verso un’economia fondata sulla sostenibilità dovrà essere progressiva e accompagnata dal miglior livello di innovazione possibile a livello industriale. In quest’ottica, Intesa Sanpaolo intende affiancare i nuovi progetti e, sopra tutti, quelli ad alto contenuto di innovazione. Da sempre la nostra vocazione è scoprire nuove idee imprenditoriali, grazie alla radicata cultura del Gruppo in questo ambito ed alla lunga collaborazione con i migliori partner internazionali. Già il 30 per cento delle startup del Paese ha colto le opportunità, anche non finanziarie, che siamo in grado di offrire. Questo nuovo progetto vuole valorizzare 40 startup innovative selezionando e individuando i migliori talenti, ai quali offriamo un percorso di accelerazione e di networking grazie a partner di eccellenza, alle soluzioni per la crescita offerte dal Gruppo ma soprattutto alla presentazione dei propri progetti e attività a una ampia platea di investitori e alle nostre 200 mila imprese clienti»

Crescono gli investimenti immateriali e in ICT: il ruolo delle startup 

Come sottolinea la  Direzione Studio e Ricerche Intesa Sanpaolo, la dinamica positiva degli investimenti in ICT e immateriali riflette in parte anche il progressivo processo di automazione e digitalizzazione che sta coinvolgendo l’intero sistema economico del nostro Paese. Negli ultimi 20 anni infatti, in Italia si è osservato un trend crescente degli investimenti immateriali (spese in R&S, software e base dati) e in ICT (hardware informatico e apparecchiature per telecomunicazioni), evidenziando un ritmo di crescita più sostenuto rispetto al totale degli investimenti. In particolare, nel 2020, nonostante la flessione imposta dalla crisi economica generata dalla pandemia, gli investimenti in ICT si sono posizionati su livelli superiori dell’8 per cento rispetto al 2008 (+21,8 per cento per gli investimenti immateriali) a fronte di un gap sul 2008 di oltre il 20 per cento se consideriamo gli investimenti totali. Malgrado questi segnali di crescita, il confronto con i Paesi dell’Area euro evidenzia ancora un ritardo italiano. Secondo l’indice DESI (Digital Economy and Society Index) della Commissione europea relativo al 2021, l’Italia si colloca al 20esimo posto tra i 27 Stati dell’Ue, con un indice pari a 45,5, sotto la media europea (50,7). Emergono tuttavia alcuni segnali positivi in termini di integrazione dei processi produttivi in chiave 4.0, grazie anche al sostegno degli incentivi degli ultimi anni. Nel 2020 l’Italia ha compiuto alcuni progressi in termini di copertura e di diffusione delle reti di connettività, con un aumento significativo della diffusione dei servizi di connettività che offrono velocità di almeno 1 Gbps. La percentuale di utenti italiani che utilizzano servizi di amministrazione online (e-government) è aumentata dal 30 per cento nel 2019 al 36 per cento nel 2020, ma è ancora nettamente al di sotto della media Ue. Anche l’uso dei fascicoli sanitari elettronici da parte dei cittadini e degli operatori sanitari rimane disomogeneo su base regionale. Nel 2020 e nel 2021 si è registrata una forte accelerazione nell’adozione di importanti piattaforme abilitanti per i servizi pubblici digitali da parte delle pubbliche amministrazioni. Il gap più rilevante con i dati europei rimane quello relativo alle competenze, dove il nostro Paese continua ad evidenziare un forte ritardo. Segnali di miglioramento dei processi di digitalizzazione si osservano nel sistema produttivo: il 69 per cento delle PMI italiane ha raggiunto almeno un livello base di intensità digitale, superando la media Ue (60 per cento). L’indicatore di e-business, che tiene conto dell’integrazione dei processi produttivi e della diffusione del paradigma 4.0, evidenzia il miglior posizionamento italiano rispetto agli altri Paesi europei come Germania, Francia e Spagna. Analizzando le voci dell’indicatore si può osservare come tra le imprese manifatturiere italiane sia mediamente più diffusa la fatturazione elettronica, i servizi di cloud computing ad alto valore aggiunto, l’utilizzo di robot industriali e di servizio, di imprese che utilizzano IoT (dispositivi o sistemi interconnessi che possono essere monitorati o controllati a distanza tramite Internet), l’utilizzo di intelligenza artificiale. La fotografia che emerge da questo indicatore delinea una situazione italiana che vede il sistema produttivo pronto a cogliere tutti gli aspetti più innovativi legati a Industria 4.0. Risultato che in parte potrebbe essere spiegato anche dal sistema incentivante sviluppato negli ultimi anni – Industria 4.0 e poi Transizione 4.0 – che sta supportando il processo di trasformazione del sistema produttivo italiano. In un contesto fortemente innovativo come quello della transizione digitale, il ruolo delle startup appare fondamentale. I dati relativi alle startup innovative iscritte all’apposito Registro presso la Camera di Commercio confermano l’importanza delle nuove imprese innovative nei settori maggiormente coinvolti nella fornitura di prodotti e servizi destinati alla digitalizzazione. Nell’ultima analisi pubblicata dal ministero dello Sviluppo Economico, al primo ottobre 2021 circa 5.300 imprese, quasi il 38 per cento del totale, sono attive nel settore della produzione di software, il settore che risulta di gran lunga il più rappresentato nelle 14 mila startup innovative italiane. Se a queste si aggiungono le startup innovative attive nella produzione di beni elettronici (328), di macchinari (429) e i fornitori di servizi di telecomunicazioni (1.242),si arriva a fotografare una realtà di oltre 7.300 soggetti altamente innovativi che hanno iniziato la loro attività negli ultimi anni: più della metà delle startup innovative italiane opera pertanto nei settori coredella digitalizzazione. Si tratta di uno straordinario bacino di nuove idee e nuove soluzioni che costituiscono un patrimonio fondamentale in questi settori altamente innovativi: circa un terzo delle nuove società di capitali, ovvero quelle costituite negli ultimi 5 anni, è iscritto al Registro delle startup innovative, quota che sale al 45 per cento per le società di software, nettamente superiore a quanto si riscontra per il complesso dell’economia italiana (3,7 per cento).