Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi hanno presentato l’Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2022. La ricerca analizza il rapporto degli italiani con il risparmio in un momento particolarmente complesso, in cui le conseguenze della pandemia si intrecciano con gli effetti del conflitto russo-ucraino e della crisi energetica. Al questionario generale, somministrato tra marzo e aprile 2022 (oltre 1.000 interviste), sono affiancati due focus: il primo sugli imprenditori e il secondo sui giovani (in entrambi i casi circa 200 interviste).
Il contesto geopolitico
Durante la presentazione, a cui hanno preso parte Gian Maria Gros Pietro (Presidente di Intesa Sanpaolo), Gregorio De Felice (Chief Economist della Banca), Beppe Facchetti e Giuseppe Russo (Presidente e Direttore del Centro Einaudi), è stato inizialmente illustrato il contesto geopolitico in cui ci troviamo.
Uno scenario in cui, pur crescendo più di altri paesi europei, l’Italia deve fare i conti con un’inflazione a doppia cifra aggravatasi con la crisi russo-ucraina. Se negli Stati Unti questa è legata ad un surriscaldamento dell’economia (con stimoli alla domanda superiori a quelli dell’offerta) e a cambiamenti rilevanti nel mercato del lavoro dopo la pandemia, in Europa la situazione è diversa: c’è un numero di disoccupati elevato rispetto ai posti di lavoro disponibili e la nostra inflazione non è da domanda ma da costi. Le Banche Centrali, convinte inizialmente che si trattasse di un aumento temporaneo, sono intervenute in ritardo e pertanto ci si trova di fronte a rialzi maggiori di quelli che avrebbero potuto essere con un intervento tempestivo.
Attualmente siamo entrati in una fase di rallentamento dell’economica globale, con previsioni per il 2023 di 0.8 punti percentuali in meno rispetto a quest’anno (si passerà dal 2,8 al 2 per cento). Un declino a cui, nel 2024, seguirà però un nuovo aumento. Per quanto riguarda l’Italia, le previsioni per il 2022, 2023 e 2024 sono rispettivamente pari al 3,8 per cento (cifra frutto del rimbalzo post Covid), 0,6 per cento e 1,8 per cento.

La ricerca sul risparmio e le scelte finanziarie degli italiani nel 2022
L’illustrato contesto internazionale, che mette l’Europa nelle condizioni di non potersi difendere, si riflette in un atteggiamento dei risparmiatori dominato dall’incertezza. Quest’ultima deriva dalla difficoltà di scegliere come investire i risparmi, molto elevati ma fermi sui conti correnti sotto forma di liquidità (e la liquidità inerte, sul lungo periodo, crea un danno sociale). Famiglie e imprese sono prudenti e scelgono o di rimendare gli investimenti o di compiere quelli a basso rischio, vedendo nel risparmio un antidoto e uno scudo.
Le famiglie
La quota delle famiglie risparmiatrici supera il 53%, avvicinandosi ai livelli pre-pandemia. Cresce la percentuale di reddito risparmiata: 11,5%, dal 10,9% del 2021. Tuttavia, solo il 17% del campione risparmia avendo in mente uno scopo preciso, mentre il 30% lo fa per ragioni puramente precauzionali. L’improvvisa accelerazione dell’inflazione contribuisce tuttavia a ridurre il grado di soddisfazione associato alla detenzione della liquidità. Cresce poi il gradimento per il risparmio gestito: almeno un prodotto è presente nel 21% dei portafogli del campione, sia pure con una marcata differenziazione a livello territoriale.
Si riduce inoltre la quota investita in obbligazioni (dal 29% al 23% dei portafogli), mentre resta contenuta (sebbene in leggera crescita) la percentuale degli investitori in azioni (4,8%). Da segnalare il crescente interesse verso gli investimenti alternativi (39% del campione), in particolare l’oro (24,8%) e i fondi etici-ESG (13% circa, che sale oltre il 22% tra i laureati).
Gli intervistati appaiono relativamente sereni sul proprio tenore di vita in età anziana. Si mantengono basse le adesioni alla previdenza integrativa (17,6% del campione) mentre ancora più contenuta risulta la diffusione di polizze LTC (14% circa). Appare urgente promuovere una cultura assicurativa che faccia crescere la consapevolezza dei possibili rischi e delle soluzioni che il mercato può offrire.

Le imprese e i giovani
II focus sugli imprenditori fa emergere diversi segnali positivi. In risposta alla crisi, più del 35,7% ha innovato i propri prodotti, il 39,6% ha accelerato sul fronte della digitalizzazione, il 34,7% ha puntato sulla promozione online e il 23% sulle vendite online. Digitalizzazione e innovazione saranno gli assi portanti del rilancio, insieme alle relazioni di parternariato (33%) e agli investimenti nella formazione (31%).
Quanto infine ai giovani, preoccupa la loro debolezza sul fronte dell’alfabetizzazione finanziaria e assicurativa: solo il 2,3% si dichiara molto interessato ai temi dell’economia e della finanza. Il tempo medio dedicato all’informazione su questi argomenti è di 17 minuti alla settimana.