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Interspac, l’azionariato popolare per salvare l’Inter

L’iniziativa di Carlo Cottarelli per provare a rimpinguare le casse del club nerazzurro ha già riscontrato diversi pareri positivi. I precedenti dell’azionariato popolare in Italia e la situazione all’estero.

25 Giugno 2021 16:41 Redazione
L'iniziativa Interspac pensata da Carlo Cottarelli per aiutare il club nerazzurro ha già raccolto molte adesioni, ma cosa è?

Si chiama Interspac ed è il progetto di azionariato popolare guidato da Carlo Cottarelli per aiutare la società nerazzurra in un momento di difficoltà. Come ha anticipato l’economista al Corriere.it, l’obiettivo è quello di «rafforzare l’Inter con capitali forniti da noi tifosi, integrati da risorse di investitori istituzionali, in un quadro economicamente sostenibile. Già avviene in altre società gloriose, come il Bayern di Monaco». I tifosi e gli sportivi, interessati a sostenere il progetto o curiosi di capire di cosa si tratti, possono rispondere a un questionario che resterà aperto fino al 15 luglio.

Interspac, da Bergomi a Bonolis tanti vip

Da Bergomi a Bonolis, dall’infettivologo Massimo Galli a Luciano Ligabue, da Gianni Riotta a Stefano Boeri sono tanti i tifosi, volti noti e semplici appassionati, che hanno già dato la loro adesione. Tra questi, anche Enrico Mentana, che intervistato a Sky Sport 24 ha spiegato le ragioni di questa iniziativa, la prima in Italia. «L’idea è di coinvolgere tutti i tifosi, non soltanto quelli dell’Inter. Si tratta di un cambiamento stesso nel modo di pensare e di interpretare l’idea stessa di proprietà di una squadra di calcio, senza dubbio di un antidoto al concetto di Superlega, un calcio quindi che recupera un apporto economico ma non solo con la gente. Quella del tifoso non è soltanto una colletta, ma un vero e proprio investimento, oltre che affettivo, verso una sostenibilità più sana per le società stesse di calcio».

Grande risposta per ora al questionario su azionariato popolare di https://t.co/oTlAFLD1OG. Non una “cordata di VIP” ma una vera partecipazione diffusa. Continuiamo così!

— Carlo Cottarelli (@CottarelliCPI) June 25, 2021

Catania, azionariato popolare per iscriversi in Serie C

In Sicilia si spera nell’azionariato popolare per salvare un club storico come il Catania ma le speranze sono ridotte al lumicino. Per uscire dalla crisi servono 15 milioni di euro, ha spiegato l’avvocato Giovanni Ferraù, incaricato di gestire le trattative per l’acquisto della società etnea. Intanto, però, la priorità è l’iscrizione al prossimo torneo di Serie C, per questo i supporters sono stati invitati e effettuare un versamento libero. Il percorso, tuttavia, appare in salita perché oltre al deposito della somma in lega per essere ammessi al torneo 2021/2022 è necessario saldare i debiti pregressi.

MyRoma, l’azionariato popolare nel club giallorosso

La Roma è il primo club della massima serie dove è partito l’azionariato popolare. MyRoma è un supporter trust che dal 2010 possiede una piccola quota della società giallorossa. Mantova, Arezzo, Vibonese e Hellas Verona sono le altre società dove, nel tempo e con risultati più o meno importanti, si è fatto ricorso a questa forma di finanziamento.

Anche il Livorno pensa all’azionariato popolare. I tifosi hanno creato un sito – livornopopolare.com – per puntare all’acquisto della maggioranza delle quote della società toscana. A Frosinone se n’era parlato qualche anno fa. In serie A, Fiorentina e Parma avevano manifestato interesse verso l’azionariato popolare ma non si è mai passati a fatti concreti.

Azionariato popolare, all’estero è realtà da tempo

In Europa diversi club hanno fatto ricorso a questa forma di partecipazione che al sostegno economico abbina la passione. Barcellona, Borussia Dortmund, Schalke 04, Bayern Monaco sono tra le società più note al grande pubblico. La società bavarese vede tra i proprietari Adidas, Audi e Allianz che si spartiscono il 25% di quote di minoranza, mentre i 293mila soci detengono il 75 per cento. Il Barcellona ha 223.000 soci, suddivisi in tre categorie: Alevin (fino a 5 anni) che pagano una quota annuale di 44 euro; Infantil (6-14 anni) al costo di 92 euro l’anno; Adulto (dai 15 anni in su) chiamato a versare 185 annui.

In Germania, in generale, dal 1998 vige la regola del 50+1, modello che negli ultimi tempi è stato messo in discussione. In pratica, questa disposizione prevede che i tifosi detengano sempre la maggioranza dei diritti di voto, impedendo a potenziali investitori di acquisire la proprietà.

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