Ddl Zhang

Giovanni Sofia
02/11/2021

Dal progressivo disimpegno degli sponsor regionali asiatici al bilancio che ha registrato una perdita di 245 milioni. La situazione finanziaria dell'Inter, che non si risolverà con il licenziamento dei tre magazzinieri.

Ddl Zhang

Vengono chiamati sponsor regionali e da sempre sono stati un segno distintivo dell’era Suning. Le partnership orientali dell’Inter hanno caratterizzato l’ultimo corso di presidenza nerazzurra, ma presto diventeranno un ricordo e con essi una dote da diversi milioni di euro. È quanto emerge da un’analisi del bilancio nerazzurro condotta dalla Gazzetta dello sport. Balza agli occhi la svalutazione di ben 39 milioni di euro, per crediti non esigibili e dovuti da Imedia e Beijing Yixinshijie. Le due società, infatti, anche a causa dell’emergenza sanitaria causata dal Covid nel gigante asiatico non sarebbero state in grado di fronteggiare gli impegni in precedenza concordati.

Imedia e Beijing Yixinshijie, gli sponsor cinesi che hanno abbandonato l’Inter

Il rapporto con Imedia fu sottoscritto alla vigilia della stagione 2017/2018, prevedeva oltre a una fee d’ingresso pari 23 milioni, versamenti annuali per 25. Che, tuttavia, nel giro di qualche tempo sono diventati sempre più saltuari, dando vita a un debito di 56 milioni. Passivo, che Imedia ha poi fatto sapere di poter onorare soltanto parzialmente. Il credito così è stato svalutato di ben 31 milioni. Dieci milioni subito e trenta annui, poi ridotti a 25. Sono queste, sempre secondo quanto riporta La Gazzetta dello Sport, invece, le cifre dell’accordo sottoscritto dai nerazzurri con Beijing Yixinshijie. Il rapporto, il primo siglato con un’azienda esterna al gruppo Suning, si è interrotto nel 2019. Non senza conseguenze, visto che, ha fatto sapere la compagnia, non riuscirà a versare nelle casse dell’Inter otto milioni di arretrato.

Il progressivo disimpegno degli sponsor regionali asiatici ha complicato ulteriormente la situazione dell'Inter, il cui bilancio è in rosso
L’amministratore delegato dell’Inter Giuseppe Marotta e il presidente nerazzurro Steven Zhang (Getty).

Ne deriva che oltre agli 11,5 milioni versati direttamente da Suning  – e destinati alla denominazione del centro d’allenamento e alle scritte su kit d’allenamento, pannelli pubblicitari e led – l’Inter, in sostanza, potrà contare esclusivamente su circa tre milioni di euro, erogati ai nerazzurri da Ld Sports e dall’ultima arrivata Boe United Technology. Il totale segna 14 milioni. Un calo vertiginoso, impietosamente confermato dai bilanci. La voce delle partnership asiatiche, infatti, è crollata di quasi due terzi, dai 97 della stagione 2018/2019 – picco massimo – ai 38 della scorsa, passando per i 44 dell’annata 2019/2020. Allargando la prospettiva, nelle ultime cinque stagioni, l’Inter ha registrato entrate pari a 346 milioni, incassate quasi tutte. Postille d’obbligo, visto che all’appello mancano 64 milioni. Un ammanco, come accennato, dovuto essenzialmente alle restrizioni del governo cinese e alle conseguenze della pandemia. Una nota positiva proviene invece dall’aumento del valore commerciale della maglia. Gli sponsor sulla casacca, grazie soprattutto all’arrivo di Socios, consentiranno all’Inter di ricavare 116 milioni di euro nel quadriennio compreso tra il 2022 e il 225.

Bilancio 2021, l’Inter segna una perdita di 245,6 milioni di euro

La cifra servirà a mitigare conti che, comunque, rimangono preoccupanti. Il bilancio dell‘Inter chiuso al 28 ottobre segna, in relazione alla stagione 2020/2021, una perdita di 245,6 milioni di euro, ben oltre il doppio dei 102  dell’esercizio precedente. In circa 110 milioni sono stati valutati i danni causati dalla pandemia. Nello specifico, 70 riconducibili al mancato introito ricavato dai botteghini, altri 40 addebitabili alle riduzioni contrattuali degli sponsor, a cui la società non ha potuto garantire i benefit promessi. Ci sono poi altri 30 milioni riconducibili alle varie risoluzioni di contratti.

Il progressivo disimpegno degli sponsor regionali asiatici ha complicato ulteriormente la situazione dell'Inter, il cui bilancio è in rosso
I tre magazzinieri licenziati dall’Inter

Per quanto riguarda i 364,7 milioni di valore complessivo della produzione, incidono in maniera prevalente i diritti televisivi che hanno fruttato, complice la partecipazione alla Champions League poco meno di 190 milioni (189,7, di cui 125,4 dalla Serie A, 64,3 dalla Uefa). Per quanto riguarda la voce costi, la parte del leone spetta al personale, pari a 261,5 milioni di euro, 62 in più rispetto all’esercizio precedente. Un passivo difficilmente risolvibile con il recente licenziamento dei tre magazzinieri, in quanto a pesare di più – come è facile immaginare – sono i calciatori. I contratti, infatti, sono passati da un valore complessivo di 114 milioni agli 153 dello scorso esercizio. Cresciuti pure i bonus dei giocatori, da 21 a 26 milioni, e i compensi degli allenatori (da 23 a 33 milioni di euro).

L’ottimismo della dirigenza interista per il futuro

Cifre non certo idilliache, nonostante le quali, la società ha mostrato ottimismo: «Il Club ha prontamente intrapreso una politica di riequilibrio, con due obiettivi primari da perseguire: il raggiungimento della stabilità finanziaria e il mantenimento della competitività della squadra. Le operazioni del mercato estivo genereranno un impatto economico positivo nel percorso verso la sostenibilità». Solo il tempo dirà se è vero. Intanto è arrivato il rinnovo di Lautaro Martinez, 6 milioni di euro l’anno fino al 2026. Non esattamente una cifra da spending review.