I più scaramantici diranno: «Il peggio è passato». Già, perché Inter e Real Madrid, nelle competizioni ufficiali, si sono sfidati ben 17 volte in partite dove i gol non sono mai mancati. Un parziale che pende a favore dei Galacticos che vantano 8 partite vinte rispetto alle sette dei nerazzurri, mentre solo 2 sono i pareggi tra le due squadre. Il match tra Inter e Real Madrid, nel corso degli Anni 60 e 80 divenne un vero e proprio classico. Eppure, fra tutte, la prima sfida è senz’altro quella più dolce per il club milanese.
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Inter-Real Madrid, la prima volta non si scorda mai
Era il 1964 e l’Inter stava ponendo le basi per quello che è ricordato come uno dei cicli più vincenti della sua storia. Alla guida della squadra meneghina c’era il mago Helenio Herrera che, tra cartelli motivazionali e appunti, aveva traghettato fino alla finale di Coppa dei Campioni a Vienna i nerazzurri, al loro esordio nella competizione. Prima volta anche contro il Real Madrid di Alfredo Di Stéfano, alla sua ultima partita con la casacca bianca. Una partita ben impostata sul piano tattico da Herrera che non sbagliò una virgola, a partire dalla marcatura degli interisti Tagnin e Guarneri su Di Stéfano e Puskas. La partita finì 3 a 1 per l’Inter, con la doppietta di Mazzola e il gol di Milani che portarono, per la prima volta, i nerazzurri sul tetto d’Europa.
Inter Real Madrid, il colpo codino
Ripensando all’Inter schierata da Gigi Simoni nel 1998 contro il Real Madrid, campione d’Europa, vengono quasi i brividi: Ronaldo, Zamorano, Simeone, Bergomi, Pagliuca, solo per citarne alcuni. In panchina, vicino ad un giovanissimo Andrea Pirlo e al futuro capitano Javier Zanetti, sedeva Roberto Baggio, uno dei più grandi talenti del calcio italiano. I nerazzurri si trovavano davanti ad una sfida decisiva, i tre punti erano necessari per superare la fase a gironi. Zamorano segnò, Seedorf rispose, la partita si arrestò a lungo sul parziale di 1-1, ma Simoni aveva dalla sua un asso nella manica da dover giocare. Minuto 67 in un San Siro gelido e impietrito ecco arrivare un vento caldo inarrestabile, success quando entrò in campo il Divin Codino per Ivan Zamorano. Nei minuti finali arrivò il gol del vantaggio firmato da Baggio. Controllo, tiro di destro e palla che entra poco sotto la traversa. Ma, in una notte così, non bastò un gol e, infatti, in pieno recupero Baggio, imbeccato da Simeone, si ritrovò a tu per tu contro il portiere del Real. Chiunque capì come sarebbe finito il duello: Baggio saltò Illgner e depositò dolcemente in rete la sfera. San Siro diventò una bolgia e il Divin Codino, con la mano all’orecchio, invitò a lasciarsi andare ad una gioia inaspettata degna della Pazza Inter.
Il gol dell’ex, ma dalla parte sbagliata
Quella di stasera sarà la sfida numero 18, ma sarà anche quella con la quale l’Inter punterà a riscattare la sconfitta dell’anno scorso. Anche in questo caso bisognava vincere per andare oltre i gironi, e sulle spalle pesava la sconfitta in rimonta per 3 a 2 subita al Bernabeu. La voglia di fare bene era tanta, ma che quella sarebbe stata una serata da dimenticare lo si capì sin da subito. Bastarono sette minuti al Real per andare in vantaggio grazie a un rigore di Hazard. La strada, in salita, fu ulteriormente complicata al 33esimo dal cartellino rosso a Vidal. In 10 contro in 11 e con un gol da recuperare, l’impresa è difficile, ma non impossibile. Il colpo di grazia arrivò al minuto 59 con uno sfortunato autogol dell’ex Achraf Hakimi che, lanciatosi per intercettare il cross destinata a Rodrygo, deviò la palla nella propria rete. Partita ormai irrecuperabile e passaggio del turno compromesso.

L’inter e quel sogno d’una notte di mezz’estate
«Uno sconosciuto, uno sconosciuto». Si saranno ripetuti più e più volte i tifosi del Real dopo aver visto la punizione di Adriano il 14 Agosto 2001. La competizione non era una prestigiosa coppa europea, ma un’amichevole estiva, il Trofeo Bernabeu. Al 92esimo si presentò davanti al pallone per battere una punizione dal limite un ragazzino di 19 anni, Adriano. Che a tirare sarebbe stato lui, lo decise l’allenatore Hector Cuper, el Hombre vertical, che lo preferì anche ad uno specialista come Seedorf. Rincorsa breve e bolide a oltre 170 chilometri orari. Casillas non potè nulla, anche se la palla si infilò sul palo da lui coperto. L’inter vinse 2-1 e si rese conto di avere tra le mani un altro talento del calcio mondiale che, scoprirà, essere anche tremendamente fragile.