Cronisti, cominciate a tremare: c’è una rivoluzione in vista. Anche se non è detto, in fondo, che sia per forza una brutta notizia. Molto presto l’intelligenza artificiale potrebbe scrivere gran parte degli articoli dei giornali. Lo ha annunciato Axel Springer, gruppo editoriale tedesco che possiede, fra gli altri, Die Welt e Bild. Detta così suona parecchio inquietante, anche perché in cantiere ci sarebbero già dei tagli al personale dei due quotidiani, proprio con l’obiettivo di digitalizzare il lavoro e massimizzare i profitti. Però c’è anche una nota positiva, e cioè l’inevitabile tendenza a privilegiare sempre di più la qualità: i reporter potranno concentrarsi esclusivamente sui contenuti originali e sui commenti alle notizie, offrendo inediti punti di vista e analisi per l’utente. Fra i più diffusi quotidiani in Germania, i due media non sono i primi a sperimentare le potenzialità dell’IA nel giornalismo. Già noti i test di Daily Mirror, Daily Espress e BuzzFeed.
Axel Springer präsentiert Zukunftsstrategie für BILD und WELT https://t.co/wkrtEMzAzH pic.twitter.com/lLCCAxZsp5
— Axel Springer SE (@axelspringer) February 28, 2023
Così l’intelligenza artificiale si prepara a entrare nel giornalismo
Al momento non è chiaro quanti dipendenti saranno vittima della sforbiciata al personale di Bild e Die Welt, ma l’editore ha garantito che non ci sarà alcun licenziamento di «reporter, autori e redattori specializzati». Secondo Springer, infatti, l’utilizzo di moderni software IA come ChatGPT renderebbe «ridondanti molti posti di lavoro», ma non tutti. Sebbene l’intelligenza artificiale sia un eccellente aggregatore di notizie, a volte anche più in gamba dell’uomo, diverso è il caso per commenti e giudizi. Proprio in questa direzione intende proseguire l’editoria tedesca, dando vita a un giornalismo più originale e diretto. «Comprendere questo cambiamento è essenziale per il futuro», ha dichiarato Mathias Doepfner, Ceo del gruppo, in una lettera ai dipendenti. Per questo ha sollecitato i vari reporter a focalizzarsi sul settore investigativo per «scoprire ciò che si nasconde dietro gli eventi».

Sin dal suo lancio dello scorso novembre, ChatGPT ha registrato 100 milioni di utenti, accelerando così la conoscenza generale e il processo di automazione di molti lavori. L’intelligenza artificiale di OpenAI, tra i cui fondatori c’è anche Elon Musk, è in grado di creare ex novo testi più o meno sofisticati su ogni argomento. È infatti capace di dare vita a saggi scientifici e racconti di narrativa, oltre a poesie e, naturalmente, anche ad articoli di giornale. Per farlo utilizza un linguaggio cifrato esteso che analizza miliardi di parole quotidiane sul web, prevedendo un numero incredibile di sequenze per formare frasi di senso compiuto. «L’IA potrà dare vita al giornalismo indipendente migliore di sempre», ha concluso il Ceo. «Solo gli autori di contenuti originali potranno sopravvivere a lungo».
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Non solo Bild e Die Welt, test con l’IA anche in Regno Unito e Usa
Per quanto rivoluzionario, Axel Springer non è il primo editore al mondo a pensare di rivolgersi all’IA per i giornali. A gennaio BuzzFeed, media con sede a New York, ha annunciato l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per migliorare contenuti e quiz online. Primi accenni ai software anche per i tabloid britannici Daily Mirror e Daily Express, che hanno istituito un gruppo di lavoro per analizzare potenzialità e limiti di un apprendimento automatico nei media. Tuttavia, per quanto rapida e dettagliata, la scrittura dei software come ChatGPT non è altrettanto accurata. Il sito web Cnet, specializzato in tecnologia, ha dichiarato di dover controllare manualmente gli articoli generati dall’intelligenza artificiale. Troppo frequenti gli errori, riscontrabili in almeno metà dei testi.