Un vergognoso episodio di razzismo è stato registrato nella gara tra Bessica e Fossalunga, nel girone S di Seconda Categoria, in Veneto. Stavolta, però, i cori e gli insulti a sfondo razziale sono stati rivolti direttamente al direttore di gara, Mamady Cissé, arbitro del match preso di mira dai tifosi dopo aver concesso un rigore. L’episodio ha fatto scalpore perché dopo l’1-1, firmato proprio dal dischetto, Cissé avrebbe ricevuto l’insulto da uno spettatore e avrebbe fischiato immediatamente la fine, senza avvisare i capitani e dirigendosi verso gli spogliatoi. Gara chiusa in anticipo a pochi minuti dalla fine.
Gravina: «Basta ad aggressioni ad arbitri»
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Figc Gabriele Gravina. Dopo la presentazione del report dell’Aic Calciatori sotto attacco, ha voluto parlare degli insulti razzisti a Mamady Cissé: «Bisogna dire basta ad aggressioni agli arbitri soprattutto giovani. Ieri c’è stato un caso di un ragazzo in seconda categoria, per un rigore concesso non può interrompere partita per cori razzisti. Io oggi sono Cissé, tutto il calcio è Cissé e deve combattere questa forma di cultura becera che deve essere espulsa dal nostro sistema. Le norme ci sono, quello che serve è una maggiore collaborazione dei protagonisti mondo del calcio e dello sport con sanzioni più forti».

Il precedente del 2018
Non è la prima volta che Mamady Cissé è suo malgrado protagonista di una vicenda simile. Il Gazzettino.it rivela che nell’ottobre 2018, durante un match del campionato Juniores provinciale, il direttore di gara era stato insultato da un dirigente del Biancade Carbonera dopo un cartellino rosso all’allenatore della sua squadra. La storia di Cissé è stata raccontata anche sul sito dell’Aia: «Mamady è uno dei punti di riferimento per tutti gli arbitri grazie all’energia e alla voglia di dedicarsi alla crescita dei giovani. Dietro al costante sorriso e alle frasi motivazionali, però, c’è una storia che parte nel 1987 dalla Guinea, suo Paese d’origine, e porta Mamady a recarsi in Italia, con l’obiettivo di lavorare e supportare economicamente gli studi del gemello, poi diventato medico in Francia». E poi: «Sicuramente Mamady impersona bene il termine “resilienza” e ama seguire gli allenamenti ripetendo un mantra ai giovani».
