La 25enne italiana Dalila Procopio è stata rilasciata dalle autorità turche. Lo ha annunciato in una nota sul proprio profilo ufficiale Twitter l’associazione Mor Dayanisma. Quest’ultima aveva già lanciato, tramite social e grazie ai propri legali, un appello contro l’ordine di espulsione emesso per la giovane, fermata durante un corteo femminista non autorizzato la scorsa settimana a Instanbul. La vicenda risale al 25 novembre, quando a essere fermate erano state 100 attiviste, durante un corteo in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

Il tweet dell’associazione Mor Dayanisma
L’associazione Mor Dayanisma ha dato la notizia su Twitter nel primo pomeriggio di oggi, venerdì 2 dicembre. Alla liberazione di Dalila Procopio si aggiunge quella di un’altra giovane, Saida, ragazza originaria dell’Azeribaigian detenuta con lei dal 25 novembre nel centro di rimpatria di Selimpasa: «Dalila e Saida sono libere! L’appello presentato per due nostre amiche, detenute dal 25 novembre e per le quali era stata presa la decisione di espulsione, è stato accolto. E le nostre amiche sono state ora rilasciati! La nostra solidarietà valica i confini! Viva la solidarietà delle donne!»
Dalila and Saida are free! The appeal made for two of our friends, who were detained on 25 November and for whom the deportation decision was made, was accepted. And our friends are released now! Our solidarity crosses borders! Long live women’s solidarity! ✌️ pic.twitter.com/U7NdgMTA6I
— MorDayanışma (@DayanismaMor) December 2, 2022
Il 28 novembre la visita alle donne
Le ultime notizie relative a Dalila, originaria di Catanzaro, impegnata in Erasmus in Turchia, e Saida erano arrivate lo scorso 28 novembre. E sempre su Twitter l’associazione Mor Dayanisma aveva raccontato che l’avvocata Sezen Ezer e la portavoce Cemile Baklaci erano state al centro di rimpatrio di Selimpasa, nel distretto di Silivri. Lì hanno potuto incontrare le due giovani, che nonostante la prigionia risultavano in buone condizioni. L’avvocata Ezer in un’intervista al Corriere della Sera aveva poi dichiarato che in tanti «ci stanno dimostrando solidarietà». Soprattutto molte donne italiane, preoccupate per la giovane, oggi finalmente libera.
