È polemica per il presunto progetto del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari di insegnare il tiro a segno a scuola. Si tratta di una proposta riportata da Ilario Lombardo su La Stampa che l’esponente di Fratelli d’Italia ha smentito di aver avanzato. La sua mossa non è comunque servita ad evitare lo scontro politico, con esponenti della stessa maggioranza che hanno affermato di non gradire l’iniziativa.
Fazzolari e la polemica per l’insegnamento delle armi a scuola
Tutto è nato da un articolo apparso sul quotidiano che riporta la proposta di un tavolo ad hoc formulata al generale Franco Federici, consigliere militare della presidente del Consiglio. «La nostra chiacchierata verteva su tutt’altro. Il pezzo è ridicolo e infondato», ha replicato il sottosegretario. Non si è fatta attendere la contro risposta di Massimo Giannini, direttore de La Stampa: «Con temerario sprezzo del ridicolo, Fazzolari spara letteralmente la palla in tribuna per smentire ciò che non è smentibile, cioè la sua idea di portare nelle scuole corsi di tiro a segno con le armi. Il nostro articolo, che confermiamo parola per parola, è inattaccabile e di fonte sicura al cento per cento».

Nell’attesa di capire da che parte penda la ragione, si è comunque scatenata la polemica. Il senatore del Partito Democratico Walter Verini ha ironizzato parlando di «libro e moschetto», mentre il vicesegretario dem Peppe Provenzano ha annunciato un’interrogazione parlamentare. Anche il Movimento Cinque Stelle ha attaccato l’esponente di Fdi, con la senatrice Barbara Floridia che ha definito gravissime le sue parole e chiesto l’opinione della premier Meloni e del ministro dell’Istruzione Valditara. Anche il leader pentastellato Giuseppe Conte è intervenuto sulla questione: «Fazzolari smentisce ma l’amore per le armi mi sembra evidente». Non sono da meno gli attacchi del Terzo Polo, con Raffaella Paita che ha così twittato: «Mi auguro la smentita corrisponda al vero perché saremmo di fronte all’assurdo: tagliare la 18app da un lato e promuovere il tiro a segno nelle scuole dall’altro. Meno libri, più armi».

Critiche anche dai colleghi di governo
Non solo le opposizioni. Il presunto piano del sottosegretario non convince nemmeno la maggioranza. Matteo Salvini ha infatti dichiarato che «non mi sembra illuminata come idea quella di sparare nelle scuole». «Con tutto l’amore e il sostegno al tiro sportivo e al poligono che sono passione, sport e business, io sto portando la sicurezza stradale nelle scuole: più che a sparare nelle classi dei ragazzi porterei l’educazione stradale», ha aggiunto.