Mamma ho perso l’olfatto

Redazione
31/05/2021

Perché l'inquinamento e l'esposizione al particolato aumentano in modo sensibile il rischio di perdere la capacità di sentire gli odori.

Mamma ho perso l’olfatto

L’inquinamento aumenta notevolmente il rischio di perdita dell’olfatto. Secondo una ricerca condotta dalla Johns Hopkins University di Baltimora, negli Stati Uniti, e pubblicata su The Weather Channel, l’alta e continua esposizione al particolato, miscela di particelle solide e goccioline presenti nell’aria (polvere, fuliggine, fumo e metalli), moltiplicherebbe le probabilità di perdere la capacità di distinguere gli odori. Tale problema, noto come anosmia, ha un enorme impatto sulla qualità della vita di un individuo, precludendo la possibilità di assaporare i cibi o rilevare i pericoli come fughe di gas.

La ricerca fondamentale per la lotta al Covid

La ricerca risulta fondamentale anche nella lotta al Covid19. La perdita delle capacità olfattive degli individui, infatti, è stata indicata come una delle conseguenze del coronavirus. Lo studio potrebbe aiutare a diversificare i diversi agenti scatenanti, attribuendo di volta in volta la paternità della perdita dell’olfatto. L’esposizione al particolato era già stata collegata in passato a malattie cardiovascolari: cancro ai polmoni, declino della capacità del pensiero cognitivo, asma o morte prematura.

Rischio di perdita dell’olfatto 1,7 volte più alto del normale

I dati, emersi analizzando un campione di 2690 pazienti dai 18 anni in su e pubblicati sul JAMA Network Open, affermano che il rischio di anosmia, a causa dell’esposizione prolungata al particolato, aumenta di 1,6 o 1,7 volte rispetto al solito. Ciò può verificarsi perché la posizione del nervo olfattivo, che contiene le fibre nervose sensoriali relative all’olfatto, intercetta il percorso dei materiali inalati.

«Sulla base di questo risultato, riteniamo che l’esposizione a lungo termine ad alti livelli di Pm2,5 (particolato, ndr.) rappresenti un fattore di rischio comune per la perdita dell’olfatto, specialmente in categorie vulnerabili della popolazione, fra cui gli anziani», ha affermato Murugappan “Murray” Ramanathan, rinologo e professore associato di otorinolaringoiatria presso la facoltà di Medicina dell’università. «Uno studio approfondito del fenomeno porterà a una prevenzione maggiore del problema».