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Nurdle, la morte di plastica

Ogni anno a causa di incidenti 230 tonnellate di queste micro-sfere finiscono in mare. Ingoiate da uccelli marini e pesci, che le scambiano per cibo, sono spugne tossiche e zattere per batteri nocivi. Eppure non rientrano tra le merci pericolose.

29 Novembre 2021 10:57 Redazione
nurdle: le piccole palline di plastica che uccidono gli oceani

Miliardi di palline di plastica delle dimensioni di una lenticchia – i cosiddetti nurdle – rappresentano una delle più serie minacce per gli oceani e la vita marina. Ne si ha avuta conferma lo scorso maggio quando la nave portacontainer X-Press Pearl ha preso fuoco e si è inabissata nell’Oceano indiano, un incidente classificato dalle Nazioni Unite come il peggior disastro marittimo dello Sri Lanka. Il Paese temeva che la fuoriuscita delle 350 tonnellate di combustibile e delle sostanze chimiche (metanolo, acido nitrico e soda caustica) presenti sulla nave distruggesse le barriere coralline e la fauna, ma il danno più pesante, sempre secondo l’Onu, è stato causato proprio dallo sversamento di 87 container pieni di nurdle: 1.680 tonnellate di palline, la più ingente fuoriuscita di plastica della storia. Ora, come spiega il Guardian, i nurdle della X-Press Pearl potrebbero raggiungere le coste di Indonesia, Malesia e Somalia. Queste lenticchie di plastica sono state trovate nei corpi di delfini morti e in altri pesci.

LEGGI ANCHE: Magneti contro le microplastiche

Ogni anno almeno 230 mila tonnellate di nurdle finiscono negli oceani

I nurdle compongono quasi tutti i prodotti in plastica. Le minuscole perline possono essere realizzate in polietilene, polipropilene, polistirene, cloruro di polivinile e altre materie plastiche. Spesso a causa del loro aspetto sono scambiate per cibo da uccelli marini e pesci. Non solo. Una volta in acqua tendono a frammentarsi in nano particelle diventando la seconda fonte di micro-inquinanti degli oceani, dopo la polvere di pneumatico. Si calcola che ogni anno finiscano negli oceani ben 230 mila tonnellate di queste perline.

Queste palline di plastica sono spugne tossiche e zattere per batteri pericolosi

Non solo. Essendo altamente resistenti, continueranno a circolare spinte dalle correnti fino a invadere le spiagge per decenni. E, come spugne, attirano sulla loro superficie tossine chimiche. I nurdle insomma «sono un mix di sostanze chimiche, come i combustibili fossili», ha spiegato al Guardian Tom Gammage, dell’Environmental Investigation Agency (EIA), «ma agiscono come spugne tossiche. Molte sostanze chimiche tossiche, che nel caso dello Sri Lanka si trovano già nell’acqua, sono idrorepellenti, quindi si accumulano sulla superficie delle microplastiche». Per questo le sostanze inquinanti possono essere un milione di volte più concentrate su queste piccole sfere che nell’acqua. I nurdle fungono anche da “zattere” per batteri nocivi come l’E-coli o persino il colera. Tuttavia, queste piccole perle di plastica a differenza di sostanze come cherosene, diesel e benzina, non rientrano nella lista delle merci pericolose stilata dall’Organizzazione marittima internazionale. Che rappresentino una minaccia però è noto dal 1993, quando l’Agenzia per la protezione dell’ambiente Usa in un report invitò l’industria della plastica a ridurre queste fuoriuscite.

 

 

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