L’influenza aviaria non molla il Giappone. Dopo aver annunciato l’abbattimento di circa 17 milioni di polli, il Paese del Sol Levante deve ora far fronte a un problema di spazio. Come dichiarato dall’agenzia nazionale Nhk, infatti, 16 delle 26 prefetture del Paese non hanno più terra disponibile per seppellire le carcasse dei volatili. Nel frattempo il prezzo delle uova continua a salire, tanto da segnare un record storico, in seguito all’aumento del costo di produzione fra le stesse galline e il mangime.
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L’influenza aviaria sta decimando gli allevamenti in Giappone
L’abbattimento dei polli ha toccato nella stagione attuale numeri mai visti in Giappone. Frantumato infatti il precedente record del 2020, quando per alcuni focolai di influenza aviaria le autorità ordinarono l’uccisione di 9,9 milioni di volatili fra galline, anatre e struzzi. Si sta infatti diffondendo a macchia d’olio il virus Tipo A, facilmente trasmissibile dagli esemplari selvatici a quelli domestici. Presente soprattutto nell’organismo di uccelli acquatici come oche, cigni e cicogne, può infettare rapidamente quelli domestici tramite la saliva, le secrezioni nasali e le feci oppure con il contatto di una superfice contaminata. «Si prevede una riduzione nella fornitura di uova», aveva detto lo scorso gennaio alla Cnn la Zen-Noh, la federazione nazionale delle associazioni cooperative agricole. «In aumento anche il prezzo del mercato». Una previsione che, a distanza di tre mesi, si è pienamente avverata.

Nell’ultimo rapporto mensile, l’istituto internazionale Rabobank ha dipinto un quadro molto preoccupante. Secondo il Japan Times, i prezzi delle uova hanno raggiunto a Tokyo i 335 yen l’una (2,3 euro circa), il massimo dal 1993. L’impatto è riscontrabile anche sul mercato globale, dove l’influenza aviaria e l’invasione in Ucraina della Russia hanno giocato un ruolo importante. In aumento infatti non soltanto il costo di ogni esemplare, ma anche quello del mangime e della pulizia. «I prezzi sono 2,5 volte superiori al 2007, anno di riferimento per il settore, e il doppio rispetto allo scorso anno», ha detto Nan-Dirk Mulder, analista senior di Rabobank. La situazione ha spinto numerosi cittadini ad acquistare proprie galline, sperando di ridurre le spese e assicurarsi scorte in caso di carenza del prodotto. Le previsioni future non sono confortanti. Pur avendo toccato il suo apice, secondo Mulder il prezzo resterà stabile per tutto il 2023.
Prezzi alti e poche uova, in crisi anche McDonald’s
«L’allevamento di pollame dovrebbe riprendere i ritmi consueti in primavera», ha detto al Japan Times un funzionario del ministero dell’Agricoltura. «Ci vorrà però del tempo perché le aziende tornino al 100 per cento della capacità». Gli esperti stimano almeno sei mesi per raggiungere una fornitura regolare, tanto che stanno acquistando popolarità alimenti sostitutivi. È il caso di Kewpie, produttore di maionese locale, che ha lanciato habotama, un liquido a base di latte di soia e polvere di mandorle disponibile su Amazon. Il suo costo è molto più basso rispetto all’uovo tradizionale, circa 200 yen (circa 1.40 euro). Il caro prezzi scaturito dall’influenza aviaria intanto si fa sentire anche sulle grandi catene alimentari. Come ha riportato il Japan Times a inizio marzo, McDonald’s ha eliminato dai menu i Teritama Muffin, speciali hamburger molto diffusi in Giappone a base di carne di maiale, uova e spezie.