L’influenza aviaria continua a diffondersi rapidamente in tutto il mondo. Dopo la notizia della quarantena in 11 distretti di Mosca e il boom di casi in Giappone, anche il Brasile si ritrova costretto a dichiarare lo stato di emergenza sanitaria. Registrati diversi focolai nel Paese, seppur distanti dalle principali aree di produzione, esclusivamente in specie selvatiche. La misura, che resterà in vigore per i prossimi sei mesi, intende frenare l’avanzata del virus in quella che sta diventando una delle peggiori epidemie di aviaria degli ultimi anni. Per ora non si segnalano casi sugli umani, ma l’Oms ha annunciato un’intensificazione nel monitoraggio al fine di prevenire il contagio.
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L’influenza aviaria preoccupa l’esportazione di pollame del Brasile
Il ministero dell’Agricoltura ha aggiunto che intende mobilitare ogni risorsa possibile per prevenire la diffusione del contagio. Previsto infatti, come ha sottolineato Reuters, un centro operativo per valutare le azioni future e coordinare il settore sanitario. A far scattare l’allarme sono stati otto casi di influenza aviaria in altrettanti esemplari selvatici. Secondo le fonti locali, si tratta di uccelli Thalasseus acuflavidus, ovvero beccapesci americani molto diffusi in Brasile. Sette di loro giungono dallo stato di Espirito Santo, mentre uno è stato localizzato a Rio de Janeiro, entrambi nel sud-est del Paese. Quanto al ceppo del virus, le autorità brasiliane hanno confermato si tratti di H5N1, la stessa variante che ha messo in allarme la Russia nei giorni scorsi.

Al momento non si segnalano contagi sulla popolazione, ma l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha già preannunciato maggiori controlli nelle prossime settimane. Come ha sottolineato la Bbc, urge monitorare la diffusione del virus per individuare potenziali mutazioni che possano mettere in pericolo anche l’uomo. La misura approvata dal governo ha stabilito poi il divieto per ogni evento pubblico, dalle fiere alle esposizioni e ai concorsi di pollame sia locali sia nazionali. L’obiettivo è infatti limitare danni ingenti che potrebbero nuocere gravemente all’economia del Paese. Secondo i dati 2022, il Brasile è il più grande esportatore di carne di pollo al mondo, coprendo circa il 35 per cento del mercato per un fatturato di 9.7 miliardi di dollari. A seguito delle nuove restrizioni, le azioni della BRF SA, massima azienda nel settore, hanno chiuso la giornata in Borsa con una perdita dello 0.5 per cento.
Grazie agli uccelli migratori il virus ha raggiunto Argentina e Uruguay
Masaio Misuno Ishizuka, epidemiologo di San Paolo, ha attribuito la diffusione del virus in Sud America agli uccelli migratori. Fondamentale sarebbe anche la fauna marina di cui tali esemplari si cibano. Conservando l’aviaria per diversi giorni, potrebbe aver contribuito alla maggior propagazione in territori più vasti. Reuters ha confermato contagi anche in Argentina e Uruguay, ma non si esclude la presenza dell’influenza in tutta l’America Latina. Le autorità brasiliane hanno intanto iniziato a fare uso di droni per pattugliare le aree più sensibili come il Pantanal, la più grande zona umida di acqua dolce al mondo. In programma anche test a campione sulla fauna selvatica e sugli allevamenti per un raggio di 10 chilometri dai focolai.