Il Bitcoin al posto della rupia. Questa la clamorosa “bomba” sganciata su Twitter dal primo ministro indiano Narendra Modi, durante la notte italiana. Una rivoluzione alle porte per gli 1,3 miliardi di abitanti della nazione asiatica, costretti a passare da una valuta alla criptovaluta per eccellenza. «L’India ha ufficialmente adottato i Bitcoin come moneta a corso legale. Il governo ha ufficialmente acquistato 500 BTC e li distribuirà a tutti i cittadini del Paese». Così recitavano due tweet identici, che chiosavano poi: «Il futuro inizia oggi». Ma, com’è venuto presto fuori, in realtà l’account di Modi era stato hackerato. Lo ha spiegato un tweet apparso non sul profilo personale, ma su quello “PMO India”, seguito da 45 milioni di utenti.
@narendramodi sir what was that??? pic.twitter.com/3VGwd0lnaO
— Arijit Thakur (@arijit0888) December 11, 2021
Bitcoin nuova moneta indiana, la smentita di Nuova Delhi
Fake news, bufala diffusa ad arte, la sostanza non cambia. Si è trattato di un hackeraggio. I due post social sono stati cancellati nel giro di qualche minuto, con la rapida smentita arrivata direttamente dallo staff del governo di Nuova Delhi, che ha riportato ordine sul profilo «brevemente compromesso». nei messaggi apparsi sul profilo di Narendra Modi, che ha circa 73 milioni di follower, era stato inserito anche un link-truffa che però, come è stato reso noto, in realtà non è mai risultato attivo.
The Twitter handle of PM @narendramodi was very briefly compromised. The matter was escalated to Twitter and the account has been immediately secured.
In the brief period that the account was compromised, any Tweet shared must be ignored.
— PMO India (@PMOIndia) December 11, 2021
Bitcoin nuova moneta indiana, è il secondo attacco all’account di Modi
Che un episodio del genere sia avvenuto adesso non è certo casuale: il governo di Nuova Delhi si sta infatti apprestando a presentare un disegno di legge per mettere il Bitcoin e le altre cripto-valute al bando, creando allo stesso tempo i presupposti per il lancio di una moneta elettronica nazionale, controllata dalla banca centrale indiana. Non è però la prima volta che il profilo di Narendra Modi viene colpito da un attacco hacker del genere. Era già accaduto nel settembre del 2020: in quell’occasione si era verificato un attacco nell’url contenente il link al sito personale del premier, che indirizzava.