La memistica social impazza sui trascorsi lavorativi di Luigi Di Maio, nella ben nota versione di venditore di bibite. Ora infatti ci si interroga sul futuro del ministro degli Esteri uscente che non sarà nemmeno più parlamentare a causa del naufragio elettorale del suo partito, Impegno civico. In qualche modo l’ex golden boy stellato dovrà sbarcare il lunario, perché la generosa buonuscita – di oltre 40 mila euro – non è certo il vitalizio che lui ha tanto osteggiato in questi due mandati alla Camera. Così c’è chi lo immagina conferenziere, stile Matteo Renzi, senza l’intralcio di essere un deputato o un senatore in carica. Del resto è stato pur sempre pluri-ministro, addirittura alla Farnesina ai tempi della guerra tra Russia e Ucraina. Un curriculum il suo lievitato negli ultimi anni.

Azzolina e il futuro da preside
Certo, negli interventi dovrà tener d’occhio i soliti congiuntivi. Ma sulla materia potrà chiedere un mano a un’altra collega di scissione, nonché ex ministra del governo Conte bis, Lucia Azzolina, che durante l’esperienza politica ha comunque trovato un incarico da preside. Ora come ora risulta prezioso. Finita l’aspettativa, almeno, troverà un ufficio pronto ad accoglierla per la sua nuova vita da dirigente scolastica. Chissà che non si troverà a gestire i banchi a rotelle che tanto hanno scatenato le ire dei suoi avversari politici. Per lei, dunque, si prospetta un ritorno al mondo reale dopo il giro nel mondo dei Palazzi istituzionali. Così come il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri che non si è nemmeno ricandidato. Indosserà nuovamente il camice portando in corsia l’esperienza burocratica, acquisita al ministero, combattendo in prima linea – anche mediatica – la pandemia di Covid-19.

Spadafora potrà far valere il suo passato in Unicef
In bilico tra il prosieguo della carriera politica e il rientro nel campo del settore umanitario, essendo stato per vari anni presidente di Unicef Italia, c’è l’ex ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, eminenza grigia del dimaismo, se così si può definire. Già ai tempi del Movimento 5 stelle Spadafora era indicato come il profilo più politico, capace di tessere relazioni con i mondi economici, sfruttando le pregresse esperienze lavorative, diventando la spina nel fianco di Giuseppe Conte. Con la nascita di Impegno civico sembrava dovesse compiere il salto di qualità, invece tocca reinventarsi e le porte di qualche organizzazione non governativa potrebbero spalancarsi a breve.

Carla Ruocco alle Entrate e Di Stefano informatico
L’Agenzia delle Entrate attende invece Carla Ruocco. Dopo una carriera da revisore dei conti in società internazionali, aveva infatti trovato l’agognato posto pubblico, esattamente nella direzione centrale accertamento dell’Agenzia: poi l’ingresso in Parlamento le aveva stravolto la vita che ora si presume tornerà alla precedente routine.

Il sottosegretario al ministero degli Esteri, Manlio Di Stefano, un tempo esponente duro e puro del grillismo anti-Pd, è pronto a tirare a lucido l’antica passione che ha dovuto accantonare per i due mandati in Parlamento, con l’aggiunta della parentesi governativa: la consulenza informatica. Ora ha anche un plus da mettere sul mercato: il suo nome è certamente più noto.

Castelli esperta di economia aziendale e Carelli giornalista
Non è da meno Laura Castelli, già esperta di economia aziendale, che ha un bel po’ di voci da aggiungere al proprio curriculum vitae: gli anni al Mef dove ha gestito delicati dossier. Certo, può pure tentare di ottenere un posto da collaboratrice parlamentare, rispolverando delle esperienze del passato. Emilio Carelli, invece, ha il cursus honorum da giornalista e senza dubbio può dismettere i panni del politico, indossati per il lasso di tempo di una legislatura, e rimettersi a raccontare quel mondo che ha avuto il privilegio di vivere dall’interno.

Battelli rock and roll
Il deputato ligure Sergio Battelli deve un pochino pensare cosa fare da grande. Per il momento può tornare a dedicarsi a tempo pieno alla passione rockettara che lo hanno reso oggetto di ironie. Ma ora ha una carta in più: quella fama mediatica, acquisita in questi anni a Montecitorio dove grazie alla sua schiettezza e simpatia ha saputo cementare ottimi rapporti con i giornalisti. Una recensione, insomma, può ottenerla. A patto che registri un bel disco. Magari intitolato Impegno civico, così per riscattare il logo.