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L’immigrazione non fa più paura: solo il 7 per cento la ritiene un’emergenza

Con l’arrivo del Covid e lo scoppio del conflitto russo-ucraino, le situazioni che gli italiani ritengono emergenziali sono cambiate.

12 Dicembre 2022 13:24 Debora Faravelli

Se per molti anni l’immigrazione è stata al centro del dibattito politico e mediatico, soprattutto in relazione all’insicurezza, negli ultimi tempi la situazione è cambiata. Le ricerche condotte dall’Associazione Carta di Roma hanno infatti evidenziato l’«emergere di nuove emergenze», in primis la pandemia e in secundis la guerra tra Russia e Ucraina, che hanno fatto scivolare la questione in secondo piano.

La percezione dell’immigrazione nel 2018

Il picco più elevato di presenza sui media e di coinvolgimento emotivo intorno all’arrivo degli immigrati si è verificato tra il 2017 e il 2018. Erano gli anni della campagna elettorale che ha visto la Lega, principale partito che ha fatto leva sul contrasto all’immigrazione illegale, passare dal 4,09 al 17,3 per cento. Un periodo in cui le insicurezze e le paure di molti cittadini hanno avuto il volto di chi giungeva sulle nostre coste da un altro continente, con decine di titoli al giorno sui nuovi arrivi e lo slogan «a casa loro» risuonante sulle bacheche di numerosi politici.

Immigrazione (Getty Images)

Covid e guerra in Ucraina le due nuove emergenze

Una tendenza che, negli ultimi mesi, è cambiata. Nel dibattito elettorale che ha preceduto le elezioni del 25 settembre 2022, la media giornaliera dei titoli dedicati ai migranti e alle migrazioni si è ridotta a meno di un terzo rispetto al 2018 e il grado di insicurezza generato da questo tema è, sua volta, sceso sensibilmente. A ciò ha contribuito il fatto che, rispetto al passato, gli immigrati non evocano più «l’altro che viene da lontano»: i flussi più rilevanti, nell’ultimo anno, provengono infatti dall’Est Europa, in particolare dall’Ucraina. Un paese meno vicino in linea d’aria rispetto al Nord Africa ma verso i cui cittadini, avvertiti come più simili a noi, il senso di solidarietà è molto più ampio.

Immigrazione (Getty Images)

Inoltre, rispetto al 2018, sono emerse nuove emergenze che hanno fatto scivolare l’immigrazione quasi in fondo alla lista delle preoccupazioni. La pandemia, innanzitutto, che dal 2020 si insinua nelle nostre vite modificando abitudini e quotidianità. E poi la guerra in Ucraina, che vediamo combattuta in diretta con conseguenze che riguardano ciascuno di noi – rincari energetici in primis. Situazioni che hanno fatto sì che, come evidenziato nel XIV Rapporto sulla Sicurezza realizzato in base ad una ricerca condotta da Demos – Fondazione Unipolis in cinque paesi europei, l’immigrazione sia indicata solo dal 7 per cento degli italiani fra le (due) emergenze prioritarie. Superata, di gran lunga, dai problemi economici, dall’inefficienza politica e dalla pandemia.

 

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