Maryam Nuri Mohamed Amin, 24 anni, giovane curda nata nel nord dell’Iraq. È lei la prima vittima della strage di migranti nella Manica a essere stata identificata: era con il fidanzato su Snapchat il fidanzato, che vive in Gran Bretagna e che stava provando a raggiungere, quando il gommone sul quale viaggiava ha iniziato ad affondare. È stato lui stesso a raccontare questa terribile storia alla Bbc.
Strage di migranti, la chiamata di Maryam al fidanzato
Il ragazzo a quanto pare non sapeva di questo tentativo disperato di attraversare la Manica: l’arrivo di Maryam nel Regno Unito doveva essere una sorpresa. Ma le cose non sono andate come sperava. Proprio mentre su Snapchat lo rivelava al fidanzato, il gommone ha iniziato a sgonfiarsi. La giovane ha provato a rassicurarlo, dicendogli che i soccorsi sarebbero arrivati presto, per lei e le altre persone su quel gommone, le ha detto, ma per la maggior parte degli occupanti dell’imbarcazione non c’è stato niente da fare. 17 uomini, altre sei donne (una incinta) e tre bambini hanno trovato la morte nelle gelide acque della Manica insieme a Maryam. Si sono salvati solo in due uomini, un iracheno e un somalo.
Strage di migranti, l’amica di Maryam: «Era felice»
Soprannominata “Baran”, Maryam era sulla barca con una parente, ha affermato il fidanzato. Lo zio di Maryam ha confermato il decesso della nipote, dicendo che la famiglia della ragazza sta aspettando che il suo corpo sia riportato in Kurdistan. La miglior amica della giovane vittima, Imann Hassan, ha raccontato alla Bbc che Maryam era «molto umile» e aveva «un cuore molto grande». Quando ha lasciato il Kurdistan era «felice, non poteva credere che avrebbe incontrato suo marito», ha dichiarato Imann, «alla sua festa di fidanzamento mi diceva: “Comprerò una casa e vivrò vicino a te, vivremo insieme”».
Strage di migranti, il braccio di ferro tra Parigi e Londra
Quello in cui ha trovato la morte Maryam è il peggior naufragio per numero di vittime, tra quelli che si sono verificati nella Manica. I migranti erano partiti dalla spiaggia Calais a bordo di un gommone, mezzo inadeguato e comunque troppo piccolo per tutti gli occupanti. Lo avevano fatto sotto gli occhi della polizia francese, che ormai lascia passare indisturbati i migranti intenzionati a salpare per il Regno Unito. Nel mezzo del braccio di ferro tra Parigi e Londra per la gestione dei migranti e la lotta al traffico di esseri umani, a metà novembre è arrivato lo sgombero del campo di Grande-Synthe, vicino a Dunkerque. Difficiel arrivare a una soluzione: solo quest’anno in 47mila hanno tentato la traversata.