Ieri sera, dopo la partita Milan-Verona, Zlatan Ibrahimovic ha annunciato il suo ritiro dal calcio. L’11 rossonero al centro del campo ha parlato commosso con i tifosi e si è inchinato davanti alla Curva Sud.
L’annuncio del ritiro di Ibrahimovic a San Siro
Messosi a centrocampo attorniato dai compagni e dalla dirigenza con Maldini, Scaroni, Furlani e Massara, ha pronunciato un discorso molto commosso a cui sono seguiti un video dedicato allo svedese sui maxischermi di San Siro e scroscianti applausi da parte di tutto lo stadio.
«Non respiro ma va bene. Tanti ricordi e tante emozioni qua. La prima volta allo stadio. La prima volta che sono arrivato al Milan mi avete dato felicità, la seconda volta mi avete dato amore. Voglio ringraziare la famiglia e tutti quelli che mi stanno vicino. Voglio ringraziare la mia seconda famiglia: i giocatori. Voglio ringraziare mister e staff per la responsabilità. Voglio ringraziare i dirigenti per l’opportunità data. Ultima, ma non per importanza, voglio ringraziare i tifosi», ha dichiarato.
«Ho detto: ‘Pure Dio è triste’. La mia famiglia non lo sapeva», ha poi confessato durante la conferenza stampa post partita. «Tre mesi fa ero in panico sul ritiro, invece oggi lo accetto e sono pronto. È un po’ triste ovvio. Ho fatto questo per tutta la vita. Il calcio mi ha fatto diventare uomo, mi ha fatto conoscere tante persone, ho viaggiato per tutto il mondo grazie al calcio».

Quindi i ringraziamenti al Milan: «Col Milan c’è troppa emozione. Il Milan mi ha dato felicità, la seconda volta amore. Mi hanno fatto sentire a casa dal primo giorno. Quando sono arrivato ho fatto una promessa. Chi arriva in un club per la seconda volta fallisce sicuro, ma io ho risposto che non ho perso la passione e la mentalità. E abbiamo vinto. Qui c’è la mia seconda famiglia. Da due figli a casa ne sono arrivati altri 25. Avevo grande responsabilità, il mister me l’ha data e io ho fatto il mio. Possono migliorare ancora di più e avere ancora più successo con questo club».
Sul futuro, Zlatan si è espresso così: «Per il momento voglio solo prendere tempo e godere di quello che ho fatto. Penso non sia giusto prendere una decisione di fretta, c’è troppa emozione. Voglio prendermi l’estate, godere, riflettere su quello che ho fatto. Poi, con calma, vediamo… Essere allenatore o direttore è una grande responsabilità. Quando sei calciatore hai più possibilità di essere te stesso, da allenatore sei più limitato».