Oggi 9 novembre Marco Bellocchio compie 83 anni. Nato a Bobbio nel 1939, a 20 anni si trasferì a Roma per frequentare il Centro sperimentale di cinematografia sotto la guida di Andrea Camilleri. Dopo un’esperienza di studio a Londra, a 26 anni girò il suo primo lungometraggio I pugni in tasca, selezionato al Festival del film Locarno dove vinse la Vela d’argento. Due anni dopo si aggiudicò il Leone d’argento a Venezia con La Cina è vicina e nel 1969 partecipò con un episodio al film Amore e rabbia insieme a Pasolini, Bertolucci, Lizzani e Godard.
La critica all’ipocrisia borghese
Critico nei confronti dell’ipocrisia borghese, Bellocchio militò nell’Unione Comunisti Italiani, un gruppo d’ispirazione maoista e nel giugno 1971 firmò la lettera aperta a L’Espresso sul caso Pinelli e contro il commissario Calabresi. Successivamente si avvicinò alla Rosa nel Pugno con cui si candidò nel 2006 alla Camera mantenendo negli anni simpatie radicali. All’inizio degli Anni 70 girò Nel nome del padre con Laura Betti e Sbatti il mostro in prima pagina con Gian Maria Volonté, film che comincia con un comizio di un giovane Ignazio La Russa nel 1972 Milano (scena molto condivisa dopo la sua elezione alla presidenza del Senato).
Nel 1975 con il film Nessuno o tutti – matti da legare co-diretto con Silvano Agosti, Sandro Petraglia e Stefano Rulli lanciò un’accusa contro i manicomi. Nel 1978 conobbe lo psichiatra Massimo Fagioli che collaborò ai film Diavolo in corpo, tratto dal libro di Raymond Radiguet, La condanna, con cui Bellocchio vinse l’Orso d’argento a Berlino nel 1991, e Il sogno della farfalla. Nel 1984 invece aveva diretto Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale in Enrico IV.
Da Buongiorno, notte a Vincere
Nel 2002 con L’ora di religione interpretato da Sergio Castellitto vinse il Nastro d’argento, mentre l’anno dopo uscì Buongiorno, notte, sulla prigionia di Aldo Moro con Maya Sansa e Roberto Herlitzka. Tre anni dopo fu la volta di Vincere sulla tormentata vita di Ida Dalser, amante di Benito Mussolini e madre di suo figlio Benito Albino. Il 9 settembre alla 68esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ha ricevuto dalle mani di Bernardo Bertolucci il Leone d’oro alla carriera.

Il ritorno sulla vicenda Moro con Esterno notte
Nonostante gli ostacoli e i contrasti con la Regione Friuli-Venezia Giulia, nel 2012 cominciò a girare La Bella Addormentata sulla storia di Eluana Englaro, presentato in anteprima al Festival di Venezia. Successivamente diresse Sangue del mio Sangue, ambientato a Bobbio e in Val Trebbia, il film narra le vicende di una nobildonna del XVV secolo costretta dalla famiglia a farsi monaca. Nel cast Lidiya Liberman, Filippo Timi, Alba Rohrwacher, Roberto Herlitzka. Nel 2016 invece è uscito Fai bei sogni, film interpretato da Valerio Mastandrea e Bérénice Bejo basato sul romanzo autobiografico omonimo di Massimo Gramellini e nel 2019 Il traditore, film interpretato da Pierfrancesco Favino e Luigi Lo Cascio incentrato sul personaggio di Tommaso Buscetta, il boss dei due mondi. Nel 2021 ha ricevuto la Palma d’oro onoraria al Festival di Cannes, dove ha presentato in anteprima Marx può aspettare. Quest’anno invece ha girato Esterno notte, ancora sul rapimento di Aldo Moro a 19 anni da Buongiorno, notte. Interpretato da Fabrizio Gifuni nel ruolo di Aldo Moro, Margherita Buy (Eleonora Moro), Toni Servillo (Paolo VI), Fausto Russo Alesi (Francesco Cossiga), Gabriel Montesi (Valerio Morucci), Daniela Marra (Adriana Faranda), la serie torna sui drammatici giorni del rapimento e del sequestro del leader Dc, visti attraverso i molteplici punti di vista dei vari personaggi che di quella vicenda furono protagonisti e vittime. Tag43 lo festeggia con la scena della lezione di giornalismo di Gian Maria Volonté tratta da Sbatti il mostro in prima pagina.