Le mosse di Huawei per aggirare i dazi e il cavallo di Troia di Oppo

Federico Giuliani
17/12/2022

La cinese Huawei, messa al bando negli Usa, ha siglato una accordo sui brevetti con la connazionale Oppo: uno stratagemma che Pechino vuole usare per continuare a espandere la sua tecnologia nei pregiati mercati occidentali. Mentre Xi Jinping spinge anche sul versante arabo.

Le mosse di Huawei per aggirare i dazi e il cavallo di Troia di Oppo

Se i sogni di gloria di Huawei di conquistare i mercati statunitensi ed europei sono tramontati sotto i colpi di dazi, strette e ban, l’ambizione del colosso di Shenzhen – o per meglio dire della Cina – prosegue sotto nuove vesti. Nel tentativo di resistere al giro di vite avviato dagli Stati Uniti per colpire lo sviluppo tecnologico di Pechino, Huawei Technologies ha infatti siglato un’importante doppia intesa con Oppo e, si vocifera, è in procinto anche di chiudere una partnership di cross-licensing dei brevetti con Samsung Electronics.

Le mosse di Huawei per aggirare i dazi e il cavallo di Troia di Oppo
Una lavoratrice nella fabbrica di Oppo. (Getty)

Nell’intesa 5G e Wi-Fi, nonché tecnologie audio e video

L’azienda fondata da Ren Zhengfei ha insomma dato il via libera per concedere l’utilizzo dei suoi brevetti tecnologici, 5G compreso, a soggetti terzi, in modo tale da allargare il proprio business in Europa, sceso a picco in seguito al bando varato dall’amministrazione Trump e mantenuto in essere anche da Joe Biden. In particolare, l’accordo di licenza di brevetto con Oppo, il quarto produttore mondiale di smartphone per spedizioni, è il più grande mai concluso da Huawei con un’azienda cinese, e copre aree che includono il citato 5G e il Wi-Fi, nonché tecnologie audio e video. La stessa Huawei ha spiegato di aver raggiunto accordi di licenza incrociata di brevetti con 20 società, inclusi player cinesi ed esteri, come la sudcoreana Samsung, appunto, per la quale manca tuttavia l’ufficialità.

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Oppo. (Getty)

Possibilità reciproca di utilizzare determinati brevetti

La fumata bianca con Oppo – brand peraltro in ascesa in Europa – nasconde conseguenze piuttosto rilevanti ai fini della delicatissima partita geopolitica tra Washington e Pechino. Già, perché mentre Oppo potrà sfruttare le conoscenze di Huawei nei vari settori hi-tech per migliorare i propri prodotti, Huawei sarà in grado di utilizzare alcuni dei brevetti Oppo, ma soprattutto avrà la possibilità di restare a galla nella corsa all’espansione della tecnologia cinese nei pregiati mercati occidentali. Alla base della licenza incrociata, infatti, vi è la possibilità reciproca di utilizzare determinati brevetti in vari prodotti e servizi – di cui ogni azienda resta la legittima proprietaria – collaborando però sullo sviluppo e ottimizzazione delle specifiche proprietà intellettuali.

Le mosse di Huawei per aggirare i dazi e il cavallo di Troia di Oppo
Il logo di Huawei. (Getty)

Le limitazioni americane avevano lasciato a Huawei solo il 4G

Oppo si candida quindi a raccogliere la ricchissima eredità del colosso di Shenzhen, almeno per quanto riguarda l’Europa e gli Stati Uniti. Nello scrigno di Huawei c’è un tesoro piuttosto luccicante, visto che questa azienda ha sviluppato molteplici portafogli di brevetti di alto valore nel mercato globale in domini come 5G, Wi-Fi e codec audio e video. Non solo: Huawei è stata, giusto per fare un esempio, la prima azienda al mondo a introdurre chipset integrati 5G. Allo stesso tempo, la società cinese è stata costretta ad abbandonare quell’area dopo che gli Stati Uniti hanno fortemente limitato il suo accesso alla tecnologia americana, compresi i contatti con i suoi principali fornitori di chip statunitensi. Il risultato è che Huawei può adesso acquistare dagli Usa solo chipset mobili 4G declassati standard da Qualcomm, pur controllando ancora un ricco portafoglio di brevetti 5G.

Le mosse di Huawei per aggirare i dazi e il cavallo di Troia di Oppo
Huawei studia nuove strategie per i mercati occidentali. (Getty)

Il nuovo player cinese per espandere l’influenza del Dragone nel mondo

Ma, in termini concreti, che cosa comporterà l’accordo sulle licenze tra Oppo e Huawei? Oppo potrà accedere al know-how di Huawei “riscattando” il valore del brevetto desiderato per la realizzazione di futuri smartphone o tablet. Huawei dribblerà invece il ban statunitense e riceverà lauti compensi ogni volta che una sua tecnologia verrà venduta in un dispositivo griffato da un altro brand. La Cina, infine, si limiterà ad assistere ad un probabile avvicendamento tra le due sue aziende. Non sarà più Huawei a portare avanti il ruggito tecnologico del Dragone oltre la Muraglia, lo stesso che ha fin qui consentito alla Repubblica popolare cinese di espandere la propria influenza nel mondo, bensì un altro player cinese: Oppo. Che, per altro, grazie al 5G di Huawei potrà silenziare le noie legali avute con Nokia.

Le mosse di Huawei per aggirare i dazi e il cavallo di Troia di Oppo
La sede di Oppo. (Getty)

La strategia della Cina: riposizionarsi in altre regioni strategiche, come l’Arabia

Dal punto di vista della Cina non potrebbe esserci uno scenario migliore. Huawei sta concedendo in licenza i gioielli di famiglia a Oppo, impegnata a scalare i mercati occidentali, ma allo stesso tempo si sta riposizionando in altre regioni strategiche. Prendiamo il viaggio del presidente cinese Xi Jinping in Arabia Saudita. Pechino e Riad hanno siglato un partenariato strategico globale in aree che includono la tecnologia energetica e le telecomunicazioni. E non è un caso che il governo saudita abbia firmato un memorandum d’intesa sul cloud computing e per la costruzione di complessi ad alta tecnologia nelle città saudite proprio con Huawei. Il colosso di Shenzhen ha inoltre aperto a febbraio 2022 il suo più grande negozio all’estero a Riad, e sembrerebbe aver messo nel mirino la regione del Golfo, visto che ha partecipato alla costruzione di reti 5G nella maggior parte degli Stati dell’area. Se quella di Huawei non è una nuova vita, poco ci manca.