Un ospedale di spazzatura

Redazione
14/06/2021

Pareti di alluminio, sistema di coibentazione in poliestere e attaccapanni ottenuti dai dispositivi di protezione dei medici. Questo è il Mac di Taipei, reparto interamente costruito con materiali riciclati e firmato dall'architetto Huang.

Un ospedale di spazzatura

Trasformare un mucchio di rifiuti in un reparto d’ospedale all’avanguardia. È l’impresa di Arthur Huang, architetto e ingegnere taiwanese, che, con l’avvento della pandemia, ha pensato di mettere la sua expertise al servizio della sanità.

L’ospedale nato dai materiali riciclati

Fondatore e Ceo di Miniwiz, start up che si occupa di trattare e convertire gli scarti in materiali riutilizzabili per la costruzione di edifici e interni, Huang ha trovato nel suo business la soluzione per sopperire alla mancanza di spazio e attrezzature negli ospedali sovraccaricati da pazienti Covid. «Partendo dai rifiuti, siamo arrivati a ottenere un’intera ala per la degenza dei malati e una serie di strumenti per lo staff medico», ha spiegato Huang in un’intervista alla Cnn.

Esempio di opera ospedaliera nata dal riciclo e costruito in partnership con il Fu Jen Catholic University Hospital di Taipei, il reparto Mac (Modular adaptable convertible) è rivestito da pareti in alluminio, ha un sistema di coibentazione in poliestere riciclato, maniglie e appendiabiti ottenuti dal recupero dei dispositivi di protezione usati da dottori e infermieri. «L’emergenza pandemica ci ha costretto ad aguzzare l’ingegno», ha aggiunto l’architetto, «Era il momento giusto per mettere a punto soluzioni immediate e che aiutassero ad alleggerire rapidamente la difficile situazione in cui ci trovavamo».

Huang, l’interesse per il riciclo nato dallo studio dei Romani

L’interesse di Huang per il riciclo affonda le sue radici nella storia antica. In particolare nella cultura dei Romani, abituati a riutilizzare materiali come la terracotta delle anfore per la costruzione di case e acquedotti. La scoperta, fatta quando era ancora uno studente di archeologia, nel 1999, sarebbe diventata, vent’anni dopo, la chiave del suo successo. Nel tempo, l’architetto ha sviluppato tecniche raffinate per sfruttare la plastica delle bottiglie, i residui agricoli e gli scarti di materiali da costruzione. Ne sono esempi, il Nike Kicks Lounge Store di Taipei, con il registratore di cassa prodotto partendo dalla suola delle sneakers, e le sedie, nate da vecchie scarpe di famosi atleti taiwanesi.

Di Huang anche il robot che riconosce i rifiuti

Accanto alla scoperta di nuovi materiali sostenibili, Huang è impegnato a studiare soluzioni per rendere più snello il meccanismo del riciclo. E, soprattutto, ridurre al minimo l’abitudine di alcune città di esportare altrove i rifiuti per lo smaltimento. Ispirandosi al film Disney Wall-E, la storia di un piccolo robot in grado di individuare con facilità i diversi tipi di rifiuti, l’architetto e il suo team hanno ideato Trashpresso. Si tratta di un macchinario portatile per il riciclo della plastica, capace, grazie all’intelligenza artificiale, di differenziarne le varietà e destinarle a diversi trattamenti.

È alimentato dalla luce del sole, ergonomico e facile da trasportare. Aspetto più importante, a oggi, ha contribuito a riciclare oltre 200 mila bottigliette in oltre dieci città. «Non abbiamo bisogno di creare continuamente nuove cose», ha concluso Huang. «Dobbiamo semplicemente sfruttare quel che abbiamo: l’astuzia, il cervello, la sensibilità».