La filiale britannica della Silicon Valley Bank, per la quale la Bank of England ha chiesto lo stato di insolvenza dopo il crac, è stata venduta al gigante bancario britannico HSBC per una sterlina. I clienti di SVB UK, ha reso noto il Tesoro, «potranno accedere ai loro depositi e servizi bancari normalmente a partire da oggi». Al 10 marzo, SVB UK deteneva prestiti per circa 5,5 miliardi di sterline e depositi per circa 6,7 miliardi di sterline, ha spiegato HSBC, specificando che dalla transazione «sono escluse le attività e le passività delle società madri di SVB UK». Nell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2022, la filiale inglese ha registrato un utile ante imposte di 88 milioni di sterline. Uno dei più grandi gruppi bancari del mondo e primo istituto di credito europeo per capitalizzazione, HSBC Holdings ha sede nei Docklands di Londra.

L’acquisizione per proteggere i depositi dei clienti di SVB nel Regno Unito
Le autorità finanziarie britanniche hanno agito con urgenza per tutto il fine settimana dopo l’annuncio del fallimento di Silicon Valley Bank, che appena cinque giorni fa aveva pubblicava un tweet in cui rivendicava con orgoglio di essere stata inserita nella classifica annuale delle migliori banche americane di Forbes. L’acquisizione, facilitata dalla Banca d’Inghilterra in consultazione con il Tesoro del Regno Unito, ha l’obiettivo di proteggere i depositi dei clienti di SVB nel Regno Unito.
This morning, the Government and the Bank of England facilitated a private sale of Silicon Valley Bank UK to HSBC
Deposits will be protected, with no taxpayer support
I said yesterday that we would look after our tech sector, and we have worked urgently to deliver that promise
— Jeremy Hunt (@Jeremy_Hunt) March 13, 2023
Le autorità statunitensi hanno chiuso anche Signature Bank
«Nessuna perdita associata alla risoluzione della banca sarà a carico del contribuente», hanno reso noto Federal Reserve e Tesoro. Le autorità statunitensi, scese in campo per evitare che il fallimento di Silicon Valley Bank si tramuti in una nuova Lehman Brothers, hanno annunciato ieri 12 marzo una serie di misure per rassicurare privati e aziende sulla solidità del sistema bancario americano. In particolare, sarà garantito il ritiro di tutti i depositi dalla fallita SVB e anche da quelli di Signature Bank, istituto bancario di New York molto attivo nel settore immobiliare, anch’esso chiusa dal regolatore: venerdì in Borsa aveva perso oltre un quarto del suo valore ed era dunque a rischio contagio. La Federal Reserve si è impegnata a prestare i fondi necessari ad altre banche che potrebbero averne bisogno per soddisfare le richieste di prelievo dei loro clienti.

SVB commissariata e già stata messa all’asta
Fondata nel 1983 e specializzata in finanziamenti alle start-up, Silicon Valley Bank è stata messa in ginocchio dal ritiro di 42 miliardi di dollari di depositi e dal rialzo dei tassi, che ha messo ko il portafoglio di titoli di Stato della banca, la 16esima degli Usa. Venerdì 10 marzo la banca è stata chiusa e commissariata dalla Federal Deposit Insurance Corporation. Escluso il salvataggio, SVB è stata già messa all’asta.
Silicon Valley Bank, escluso l’effetto domino
I riflessi del crac dell’istituto californiano si sono già fatti sentire, nel settore hi-tech californiano fatto di tante start-up a cui da sempre la banca prestava denaro: si stanno verificando difficoltà nei pagamenti degli stipendi. Per la California si tratta tra l’altro della seconda banca persa in pochissimo tempo: il 9 marzo Silvergate Capital Corp, attivo nel settore delle criptovalute, ha deciso di chiudere le sue attività e procedere con la liquidazione.
La decisione delle autorità statunitensi di chiudere la Silicon Valley Bank ha creato del panico all’interno dell’intero settore bancario e provocato il crollo dei rendimenti dei titoli di Stato in tutto il mondo, ma l’effetto domino sembra essere stato scongiurato. «Non vedo rischi di contagio quindi non c’è un’allerta specifica. Abbiamo banche solide e un ratio di liquidità elevato», ha dichiarato il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire.