Un tempo era un esclusivo resort di lusso sulla Grande Barriera Corallina australiana, oggi è parcheggiato in disuso in un porto nordcoreano, vicino alla zona demilitarizzata che separa le due Coree. Il primo hotel galleggiante al mondo, ideato da un imprenditore di origine italiana, è ora prossimo alla demolizione.
Un hotel galleggiante ed ecologico da 350 posti con discoteca e biblioteca
Il Four Seasons Barrier Reef Resort fu inaugurato il 9 marzo 1988 e nacque da un’idea di Doug Tarca, amante delle escursioni in catamarano. Nato a Mello, in provincia di Sondrio, l’imprenditore emigrò nel Queensland ancora bambino e divenne proprietario della Reef Link, società di trasporto per gli amanti della Grande Barriera Corallina. L’idea di un albergo galleggiante nacque per offrire ai turisti un luogo dove pernottare dopo le escursioni senza costringerli a tornare sulla terraferma. Il progetto iniziale prevedeva un punto di ancoraggio per le navi da crociera, ma era troppo costoso e dannoso per l’ambiente. Nacque così l’idea di un hotel, tenuto saldo da sette enormi ancore piazzate in modo da non deturpare il fondale. Il Four Seasons Barrier Reef Resort vantava 176 camere, una discoteca, due ristoranti, un laboratorio di ricerca e persino un campo da tennis.

Le oscillazioni e il maltempo, i difetti delle strutture galleggianti
Capace di ospitare fino a 350 persone, la struttura con il tempo mostrò i suoi difetti. Per tornare a casa, i turisti dovevano usare un elicottero o un catamarano (con un costo di 350 dollari a tratta), ma spesso le onde alte e i venti di burrasca non consentivano le partenze. «Se il tempo era brutto, i turisti si trovavano imprigionati nella struttura», ha detto alla Cnn Robert de Jong, curatore del Townsville Maritime Museum che sorge non lontano da dove si trovava l’hotel. Il personale di servizio alloggiava all’ultimo piano, l’area peggiore per una struttura galleggiante a causa delle oscillazioni. A peggiorare le cose, la scoperta di un deposito di munizioni abbandonato a due chilometri dall’hotel. Fu così che un anno dopo l’inaugurazione, il Four Seasons fallì e chiuse i battenti.
La seconda vita dell’hotel a Ho Chi Minh City
Nonostante tutto, la struttura trovò subito una nuova collocazione a Ho Chi Minh City, in Vietnam. Nel 1989 prese il nome di Saigon Hotel, noto anche come The Floater, ormeggiato sul fiume. «Ebbe subito un grande successo rispetto all’idea di Tarca», ha proseguito de Jong. «Beneficiò infatti della maggiore vicinanza alla terraferma e della stabilità conferitagli dal collegamento diretto con la costa». Rimase lì per quasi 10 anni, quando nel 1998 esaurì le risorse finanziarie e fu costretto a chiudere i battenti un’altra volta.
L’ultimo viaggio in Corea del Nord
Prossimo alla rottamazione, ebbe una terza chance in Corea del Nord. Fu scelto infatti per ospitare i turisti sul monte Kumgang, area panoramica vicina al confine con la Corea del Sud. «A quel tempo, le due Coree stavano cercando di dialogare», ha continuato de Jong. «Mancavano però gli alberghi adatti». Ecco che dunque, nell’ottobre 2000, fu inaugurato l’Hotel Haegumgang, gestito dalla società Hyundai Asan. Negli anni ha ospitato oltre due milioni di turisti ma anche questa volta il successo non era destinato a durare. Nel 2008, un soldato nordcoreano sparò e uccise nella struttura una donna sudcoreana di 53 anni, rea di aver vagato oltre i confini dell’area turistica ed essere entrata in una zona militare. Tutto si bloccò all’istante e l’Hotel Haegumgang chiuse. Come ricorda la Cnn, è probabile che da allora abbia ospitato solo alcuni funzionari della Corea del Nord. Nel 2019 il leader Kim Jong-Un ha visitato la zona del monte Kumgang ordinando la demolizione dell’albergo. La pandemia ha sospeso momentaneamente ogni progetto, lasciando il primo e finora unico hotel galleggiante al mondo in attesa del suo destino.