Covid, a Hong Kong cibo e farmaci razionati nei supermercati e in farmacia

Redazione
04/03/2022

A Hong Kong la pandemia continua a fare moltissimi contagi. Così la popolazione, impaurita dallo spettro di un nuovo lockdown, ha preso d'assalto farmacie e supermercati. Che hanno dovuto imporre un limite all'acquisto di molti prodotti.

Covid, a Hong Kong cibo e farmaci razionati nei supermercati e in farmacia

Con oltre 50mila nuovi casi in un solo giorno, al 2 marzo, la quinta ondata di Covid-19 continua ad affliggere Hong Kong. La variante Omicron potrebbe portare le autorità, che per ora respingono l’ipotesi, a decidere per il lockdown duro. Alla luce di ciò, due delle più grandi catene di negozi del Paese hanno deciso di razionare una selezione di prodotti alimentari e farmaceutici con lo scopo di frenare la corsa alle provviste scatenatasi nel territorio.

Come funziona il razionamento delle provviste a Hong Kong

Secondo quanto riportato dal Guardian, a prendere questa decisione così drastica sono stati il franchising di supermercati ParknShop, che ha imposto un limite di cinque articoli a cliente per quanto riguarda il riso, il cibo in scatola e la carta igienica, e le farmacie Watsons, che hanno adoperato le stesse misure applicandole ad antidolorifici, medicinali per la febbre e per il raffreddore. Ma non è tutto. La direzione del supermarket ha annunciato anche ritocchi importanti sui turni di lavoro, fissando l’orario di chiusura di oltre 200 punti vendita alle tre del pomeriggio, momento della giornata in cui i clienti si sono spesso precipitati a fare razzia di carne fresca, surgelata o di verdure. 

Perché supermercati e farmacie di Hong Kong hanno deciso di razionare gli articoli
Una cliente fa la spesa tra scaffali quasi vuoti (Getty Images)

Tra allarmismo e confusione

Le accuse di poca chiarezza in merito alla gestione della pandemia che molti residenti hanno rivolto a Carrie Lam, capo esecutivo di Hong Kong, e il timore causato dall’esacerbarsi dell’emergenza sanitaria hanno incrementato la preoccupazione. Portando a un aumento indiscriminato delle partenze di massa, alla chiusura di diversi ristoranti e negozi e al montare di una frustrazione generale dovuta all’ambiguità del quadro complessivo della situazione. Uno scenario che, a detta dell’imprenditore e consigliere di governo Allan Zeman, «ha irrimediabilmente danneggiato la reputazione internazionale di Hong Kong, seminando un allarmismo pericoloso».

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