Europa poco Sapiens

Redazione
15/11/2021

Solo dopo una serie di tentativi falliti, i nostri più vicini antenati sarebbero riusciti a stabilirsi nel Vecchio continente. Alla base delle difficoltà la presenza contemporanea degli uomini di Neanderthal.

Europa poco Sapiens

L’arrivo dell’Homo Sapiens in Europa è stato molto più complesso di quanto si possa immaginare. È quanto emerge dalle ultime ricerche della European Society of Human Evolution sull’esodo che ha portato la specie a stabilirsi definitivamente nel continente europeo decine di migliaia di anni fa. 

Leggi anche: In una grotta sudafricana trovati resti di un bambino primitivo

I primi Sapiens sconfitti dai Neanderthal

In seguito all’ispezione su archeologici sparsi tra Bulgaria, Romania e Repubblica Ceca gli scienziati hanno analizzato reperti databili tra i 40mila e i 50mila anni fa. E l’esame delle ossa ha fatto luce su profili genetici che non trovano alcun riscontro nella specie Sapiens moderna. «Sembra proprio che questi primi insediamenti siano stati creati da gruppi che non sono sopravvissuti tanto a lungo da trasmettere i loro geni», ha spiegato al Guardian il professor Chris Stringer. Al di là di questo dettaglio, però, il retroscena più importante dello studio è decisamente un altro: «La rapida scomparsa di questi primi coloni umani fa pensare a quanto ancora i Neanderthal spadroneggiassero in terra europea, finendo per occuparla per ancora molto tempo prima che i Sapiens ne prendessero il controllo».

La difficoltà dell’Homo Sapiens a stanziarsi in Europa

Apparsi per la prima volta 200mila anni fa, gli antenati dell’uomo moderno hanno vissuto un’evoluzione lenta e graduale. Che, dall’Africa, li ha spinti a trasferirsi prima in Asia occidentale e, successivamente, nel resto del mondo. Queste migrazioni hanno contribuito al ricambio antropologico. Di territorio in territorio, infatti, l’homo sapiens si è trovato a sostituire ominidi in via di estinzione come i Denisova e l’Homo Floresiensis. I più coriacei sono stati proprio i Neanderthal che, soprattutto in Europa, sono scomparsi molto più tardi rispetto ai loro simili, circa 39mila anni fa. Subentrare a loro, per i Sapiens, non è stata affatto un’impresa facile. Come attestato dai resti umani rintracciati nelle grotte di Zlatý Kůň, Bacho Kiro e Peștera cu Oase, appartenenti a individui che non hanno alcuna continuità genetica con gli europei moderni. La scoperta di questi avamposti sperduti attesta che le prime incursioni sul territorio europeo non hanno avuto successo, così i protagonisti non hanno lasciato tracce nel nostro patrimonio genetico.

I segreti del successo dell’Homo Sapiens

A sbloccare la situazione e a facilitare i successivi insediamenti dei Sapiens sarebbero stati diversi fattori. In primis, quello ambientale, che pare aver giocato un ruolo chiave con bruschi abbassamenti di temperatura e fenomeni vulcanici distruttivi. Inoltre, sostengono gli scienziati, l’Homo Sapiens sarebbe stato più abile a sfruttare il paesaggio e a cacciare. Due variazioni comportamentali che potrebbero averne assicurato la salvezza. «Il comportamento è stato un elemento importante del successo», ha sottolineato Stringer, «Si sono dati da fare più velocemente, hanno accumulato più conoscenze pratiche e, in parallelo, vantaggi rispetto agli ominidi in quanto a sopravvivenza. Nell’età della pietra anche solo l’1 per cento in più cambiava le cose». C’è poi anche una terza strada, insolita ma da non trascurare. A consentire all’Homo Sapiens di emergere sarebbero stati gli incroci tra le due specie, testimoniati anche da diversi report genetici. La naturale tendenza dei alcuni ominidi ad accoppiarsi coi Sapiens li avrebbe portati, infatti, a essere assorbiti dalla nuova razza.