Il primitivo amore non si scorda mai

Redazione
29/07/2021

Gli uomini di Neanderthal e Sapiens avrebbero avuto rapporti sessuali, le cui conseguenze si sarebbero trasferite nel patrimonio genetico dei successori. Questa teoria spesso ipotizzata nei romanzi, ora avrebbe anche il conforto della scienza.

Il primitivo amore non si scorda mai

In principio fu la letteratura ipotizzare la possibilità di rapporti sessuali tra uomini di Neanderthal e Sapiens. Ne La guerra del fuoco, romanzo a tema preistorico dell’autore belga J.H Rosny Aîne, pubblicato nel 1911 e riadattato per il cinema dal regista Jean Jacques Annaud, l’ipotesi di relazioni tra le due specie umane veniva ritenuta credibile. Ai tempi, tuttavia, mancava il conforto della scienza che sarebbe arrivato solo nel ventunesimo secolo. Come riportato da El País, nel 2011 una squadra di ricercatori e scienziati dell’Istituto di Antropologia Evolutiva Max Planck di Lipsia, guidato dal biologo svedese Svante Pääbo, è riuscita nell’impresa di sequenziare il DNA di un uomo di Neanderthal, scoprendo un dettaglio destinato a ribaltare le precedenti convinzioni.

Circa 70 mila anni fa l’incontro tra uomini di Neanderthal e Sapiens

Secondo gli esami effettuati, più di 70mila anni fa l’incontro tra Neanderthal e Sapiens avrebbe generato una serie rapporti, le cui conseguenze avrebbero lasciato una traccia concreta nel patrimonio genetico degli esseri umani non africani. Da quel momento, il discorso scientifico ha iniziato a validare una serie di situazioni che, negli anni, erano già state descritte tra le pagine di numerosi libri, pur non trovando riscontro nelle teorie degli studiosi. Tra le ipotesi più criticate c’erano appunto la convivenza e i successivi rapporti tra specie lontane tra loro. All’epoca il razzismo, particolarmente diffuso, mal si conciliava infatti con l’idea che gli uomini bianchi potessero discendere da quelli comparsi in africa nei millenni precedenti. I risultati dello studio del team di Pääbo, al contrario, hanno confermato, invece, che sin dall’antichità le società sono sempre state miste.

Neanderthal e Sapiens, le opere che ne hanno analizzato le relazioni

Guardando alla letteratura preistorica, i contatti tra Neanderthal e Sapiens sono, senza dubbio, uno dei temi più esplorati dai maestri del genere. Il premio Nobel inglese William Golding, autore de Il signore delle mosche, nel 1955 pubblicò, in piena guerra fredda, Il destino degli eredi, un racconto in cui descriveva un vero e proprio scontro tra le due parti, con l’homo sapiens visto come un essere crudele, capace di distruggere qualsiasi cosa incontrasse sul suo cammino.

Differente, invece, lo scenario esplorato ne La danza della tigre. Nel romanzo, il paleontologo Bjorn Kurtén pone il suo focus sull’estinzione dei Neanderthal, argomento successivamente ripreso anche da Juan José Millás ne La vita raccontata da un Sapiens a un Neanderthal. Il nodo dei legami ritrova spazio e approfondimento nella saga bestseller de Il clan dell’orso delle caverne di Jean M.Auel, che vede una bambina Sapiens rimanere orfana e, successivamente, integrarsi in una famiglia Neanderthal. In quasi tutti questi libri, la preistoria viene utilizzata con una duplice funzione: da un lato, arricchire di mistero la trama, dall’altro avviare una riflessione necessaria sul potere distruttivo dell’uomo, spesso in guerra con i propri simili.