Ancora una lacuna tra i film di Hollywood. Dopo il cambiamento climatico, un altro importante tema infatti è carente fra i progetti di maggior successo del cinema americano. Si tratta delle malattie mentali che, stando a un nuovo report sui 200 film più redditizi del 2019, sarebbero quasi del tutto assenti dalle trame. Non finisce qui, perché i pochi casi presentano immagini stereotipate o strettamente legate a casi di violenza verso se stessi e gli altri. Il rapporto cita Joker con Joaquin Phoenix, ma anche il premio Oscar Parasite e gli horror It – Capitolo 2, Doctor Sleep e Pet Sematary.
May is #MentalHealthAwarenessMonth and a new study from @inclusionists shows that in top movies, #mentalhealth is rarely in the spotlight. You can read more about the report, supported by @afspnational and @jayshetty, here: https://t.co/C02M2IEXkK pic.twitter.com/2K2rTk9lP7
— USC Annenberg (@USCAnnenberg) May 3, 2022
I dati del nuovo report sui film di successo a Hollywood
Il rapporto è frutto del lavoro di Stacy Smith, fondatrice della USC Annenberg Inclusion Initiative, che ha passato al setaccio i 200 film hollywoodiani di maggiore successo del 2019, scoprendo che solo l’1,5 per cento dei 4502 personaggi è caratterizzato da precaria salute mentale. Una percentuale molto bassa che preoccupa ancor di più se si pensa che nel 2016 era superiore dello 0,2 per cento. Una mancanza di attenzione che oltretutto non rappresenta la società americana dove circa il 21 per cento della popolazione ha lamentato disturbi psicologici nello stesso periodo. «Le storie possono fornire una finestra su mondi ed esperienze diversi», ha detto Smith a Deadline. «Tuttavia, narratori e produttori stanno perdendo una grande opportunità di educare il pubblico».

Scendendo più nel dettaglio, più della metà dei film non presenta nemmeno un personaggio con tali caratteristiche, mentre il 30 per cento ne conta appena uno. Questi personaggi, inoltre, non rispettano lo standard di inclusività dato che il 59,2 per cento sono di sesso maschile e il 75 per cento bianchi. Solo 16 sono di etnia diversa e appena due sono Lgbtq+. «L’intrattenimento educa il pubblico, più o meno intenzionalmente», ha dichiarato Christine Yu Moutier, direttrice medica della Fondazione americana per la prevenzione del suicidio. «Soprattutto in questo periodo di crisi globale, la rappresentazione cinematografica può svolgere un ruolo importante». Gli istinti suicidi sono solo uno dei disturbi che necessiterebbero di maggior attenzione a Hollywood. Fra gli altri ci sono anche ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, depressione e deterioramento cognitivo.
Gran parte dei soggetti con disturbi mentali nei film sono oggetto di derisione
Il rapporto di Smith ha anche rilevato che i pochi personaggi con disturbi mentali presenti nei film di Hollywood sono spesso oggetto di derisione. Tre su quattro sono vittima di discredito, il 40 per cento dei quali per mezzo di battute o eccesso di umorismo. Un dato, anche in questo caso, in aumento rispetto al 2016 di ben 22 punti percentuali. «Ciò indica che, quando la salute mentale è presente al cinema, è spesso stigmatizzata o sminuita», ha proseguito Smith nel report. «Ciò può confluire nell’approccio del pubblico nella vita reale».

I personaggi con salute mentale precaria sono inoltre spesso connotati dalla violenza. Il 63,4 per cento ne è autore, mentre il 66,2 ne è vittima. Quasi un quarto a un certo punto del film si suicida mentre il 59,3 per cento muore in modo violento. Solo il 29 per cento va in terapia, tra cui sessioni individuali o di gruppo, mentre appena il 12,7 fa uso di farmaci o altri trattamenti. Un dato ancora troppo basso.