L’hijab unisex lanciato da Benetton e ideato dal rapper Ghali, che collabora con il marchio di Treviso da settembre con la linea United Colors of Ghali, ha sollevato un polverone. Prima in Spagna dove l’eurodeputata di Podemos Maria Eugenia R. Palop ha criticato la banalizzazione sia delle convinzioni religiose che della lotta delle donne, poi in Francia dove il velo unisex è finito nel mirino del partito di Emmanuel Macron sia della destra di Èric Zemmour. Il velo non dà tregua ai laicissimi cugini d’Oltralpe che solo qualche giorno fa avevano alzato le barricate contro uno spot pubblicato su Twitter dal Consiglio d’Europa che recitava: «La bellezza è nella diversità come la libertà è nell’hijab». Proprio le proteste arrivate da Parigi avevano spinto il Consiglio d’Europa a rimuovere il tweet e a chiedere scusa.
Dai macronisti alla destra francese tutti contro l’hijab di Benetton-Ghali
Ora ci risiamo. Come racconta il Foglio, l’hijab pensato da Ghali ha fatto arrabbiare sia i macronisti di La République en marche (Lrem) che, ça va sans dire, la destra. La presidente del gruppo di Lrem all’Assemblea Nazionale Aurore Bergé ha addirittura invitato al boicottaggio del marchio Benetton. «L’hijab inclusivo o la follia identitaria… È talmente delirante che in un primo momento si può pensare che si tratti di una fake news. E invece è proprio in vendita. Il vantaggio? Si può non acquistarlo. E non andare più da Benetton».
Le Hijab inclusif ou la folie identitaire… On pense d'abord à une fake news tellement cela semble délirant. Mais c'est bien en vente.
L'avantage ? On peut ne pas l'acheter. Et ne plus se rendre chez Benetton. https://t.co/s4XnhEQbsr
— Aurore Bergé (@auroreberge) November 8, 2021
Polemiche sull’hijab: il precedente di Dolce & Gabbana
La memoria va al 2016 quando un’altra griffe italiana, Dolce & Gabbana, fu travolta dalla bufera dopo aver lanciato Abaya la sua prima linea di abiti e indumenti dedicata alle donne musulmane che comprendeva naturalmente l’hijab e appunto l’abaya (una veste solitamente nera che copre l’intero corpo tranne il viso, i piedi e le mani).
Per Zemmour è «islamizzazione dell’Occidente»
Ma contro i Benetton si è scagliato anche il futuro candidato alle Presidenziali di aprile 2022 di estrema destra Éric Zemmour. Il giornalista e scrittore ha ripreso l’articolo di Valeurs Actuelles sull’hijab unisex di Benetton e ha commentato: «Il ‘wokismo’ (cioè chi si dichiara antirazzista, femminista, contro l’omofobia ma in realtà non o è, ndr) a servizio dell’islamizzazione dell’Occidente».
Le « wokisme » au service de l'islamisation du monde occidental. https://t.co/rwTHKzn6xK
— Eric Zemmour (@ZemmourEric) November 8, 2021
L’eurodeputata di Podemos contro la banalizzazione delle convinzioni e della lotta delle donne
Il nuovo hijab aveva già fatto parlare di sé in Spagna, ma per altri motivi. L’eurodeputata di Podemos Maria Eugenia R. Palop aveva duramente criticato la banalizzazione di un indumento che rappresenta le convinzioni religiose e la lotta delle donne trasformando «tutto in prodotto». Sui social aveva condiso il tweet della giornalista Ebbaba Hamida di Reporter senza frontiere Spagna secondo cui l’hijab di Ghali non è che una nuova «umiliazione» per le ragazze e le donne musulmane: «Un capo che non opprime gli uomini, ma è stato imposto a milioni di donne e ragazze», ha twittato.
¿Veis lo mismo que yo?
No doy crédito. Más humillación no cabe en este anuncio de un supuesto Hijab unisex. Una prenda que no oprime a los hombres, pero si se ha impuesto a millones de mujeres y niñas. pic.twitter.com/VPmL3fGmvw
— Ebbaba Hameida ابابة (@Ebbaba_H) November 1, 2021