Contestualmente all’apertura di Helbiz Kitchen a Milano, l’azienda di micromobilità Helbiz che sta continuando ad investire in Italia ha avviato una campagna di assunzioni per la figura del Butler, ovvero il particolare driver incaricato di consegnare l’ordine al cliente. Ovvero un pranzo o una cena gourmet preparata da chef con esperienza nell’alta cucina. E se da un lato ci si aspettava una grande domanda e ragazzi pronti a firmare un contratto regolare e remunerato, dall’altro l’azienda ha dovuto fare i conti con una realtà inaspettata, tutt’altro che scontata.
Rifiutare un contratto per mantenere il reddito di cittadinanza
Sono stati oltre 100 i colloqui fatti nei pochi mesi dall’inizio della campagna di recruiting, e sono stati meno del 40 per cento i contratti firmati e le assunzioni andate in porto; e non perché Helbiz cercasse Butler con un profilo particolare, ma perché gran parte di coloro che si sono presentati hanno subito evidenziato la volontà di non perdere il reddito di cittadinanza. Anzi, è curioso come da molti di loro sia arrivata una controproposta, una sorta di “compromesso” (lo chiamiamo così per non dire lavoro nero), che l’azienda senza neanche pensarci ha immediatamente rifiutato. E se da un lato il reddito di cittadinanza ha fatto la differenza sul piatto della bilancia, ci sono state anche persone che hanno rifiutato o perché ritenevano l’attività di Butler troppo faticosa, o perché non avrebbero potuto assicurare all’azienda la disponibilità di una giornata di lavoro costante per tutti i giorni della settimana (esclusi i giorni di riposo, chiaramente come da norma vigente).
Le condizioni di Helbiz: tra i 1100 e i 1300 euro netti per 40 ore con contratto categoria commercio
Ma cosa offriva Helbiz agli interessati? Un contratto categoria commercio a tempo determinato, un anno o sei mesi a scelta del lavoratore. Una cifra tra i 1100 e 1300 euro netti per 40 ore settimanali (tra 700 e 800 per 20 ore), maggiorazione festiva e riposo compensativo. Quello che emerge è che a fronte della disponibilità del reddito di cittadinanza, sono molte le persone che non hanno intenzione di accettare e rifiutano un contratto di lavoro regolare e retribuito, che gli toglierebbe di dosso l’etichetta della disoccupazione o della precarietà. L’azienda a ogni modo prosegue ad investire in Italia e nella sua campagna di assunzioni, continuando ad offrire posti di lavoro. Ma la difficoltà di trovare personale rischia di ritardare i suoi piani di sviluppo.