Donne in gol contro le persecuzioni
Una squadra di calcio femminile rappresenta la comunità Hazara in giro per il Pakistan. La minoranza, storicamente vittima di violenza, ha trovato nello sport l'appiglio per tenere lontani paura e traumi.
Nella comunità Hazara di Quetta, in Pakistan, lo sport sta aiutando le giovani donne ad affrontare traumi e paure. La squadra di calcio femminile ha partecipato quest’anno al campionato nazionale, dando la possibilità, alle ragazze coinvolte, di viaggiare per diverse città del Paese e respirare un’aria di libertà, senza timori e preoccupazioni.
Hazara, la minoranza perseguitata
La maggior parte della monoranza Hazara vive a Quetta, la capitale della provincia più grande, ma al contempo più povera, del Pakistan, ed è stata a lungo perseguitata, bersaglio di attacchi e bombardamenti, da parte, tra gli altri, dei combattenti dell’Isis. Secondo un rapporto della Commissione nazionale per i diritti umani del Pakistan, dal 2005 a oggi, quasi duemila Hazara sono stati uccisi.
‘As the Hazara community in Quetta deals with discrimination and violence, [football has become] a game-changer for young women’.https://t.co/Moc9YSnGMn
— Rabia (@RabiaLatif91) May 24, 2021
Tra settarismo, violenza e paura, il calcio, racconta un’inchiesta di Al Jazeera, è diventato un faro di speranza per la comunità, in particolare per le ragazze. È stata Saba It, l’allenatrice della squadra, a convincere i genitori a far giocare le ragazze, dopo riunioni e momenti di confronto durati mesi. «La nostra comunità è vittima di continue persecuzioni e uccisioni. Ho dovuto iniziare a convincere le famiglie un anno prima del torneo», ha raccontato Saba.
I successi della squadra di calcio Hazara
Dopo aver messo insieme una prima formazione dilettantistica, nel giro di un anno le ambizioni sono cresciute, fino a voler creare una squadra vera e rappresentare l’intera comunità a livello professionale.
Quando Saba ha chiesto il permesso alla Hazara Football Academy di usare il loro campo di gioco, inizialmente, è stata presa in giro. La gente era molto scettica sulla partecipazione delle donne a questo sport. Ma la tenacia ha avuto la meglio e il campo, alla fine, è stato concesso. «Ogni famiglia Hazara ha subito spargimenti di sangue a causa del terrorismo. Le ragazze sono sempre in uno stato di shock e di ansia», dice Saba, «anche perché vivono una condizione di doppia discriminazione: essere donne ed essere Hazara».
Nel frattempo, la squadra di calcio si è consolidata e le sue prestazioni sono migliorate. E adesso l’obiettivo è uscire dai confini del Pakistan