Corona inglese nella bufera dopo l’uscita ieri su Netflix della docuserie Harry e Meghan che racconta la vita privata dei duchi del Sussex e annuncia profonde rivelazioni su Buckingham Palace. Al momento online solo i primi tre episodi, mentre la seconda parte uscirà giovedì 15 dicembre. Alla regia c’è Liz Garbus, già premio Emmy e due volte nominata agli Oscar. La cineasta non è inoltre nuova a progetti ad alta tensione, avendo lavorato su questioni politiche e figure di rilievo dello spettacolo. La sua filmografia comprende lavori su Marilyn Monroe e Nina Simone oltre ad alcuni serial killer. «È bello poter affidare la nostra storia a una regista che ammiro da tempo», ha detto Meghan a Variety. Ecco il profilo dell’altra Liz che, dopo Truss, sta agitando l’opinione pubblica inglese.

Liz Garbus, chi è la regista della docuserie Netflix Harry e Meghan
Classe 1970, Elizabeth Freya Garbus, in arte Liz, è una figura rinomata del panorama cinematografico per i suoi documentari sempre taglienti. Nativa di New York, si è avvicinata alla produzione video già durante il liceo, iniziando a lavorare subito per Miramax. Il suo debutto risale al 1998, quando diresse il documentario The Farm: Angola, USA con Jonathan Stack e Wilbert Rideau. Vincitore di un Emmy Award e candidato al premio Oscar, racconta la vita dei prigionieri di un penitenziario di massima sicurezza della Louisiana di nome Angola per la piantagione di schiavi che un tempo occupava il sito. Il progetto, subito acclamato dalla critica, si concentra sulle profonde discriminazioni razziali tra i detenuti e l’amministrazione del carcere.
Da allora, Liz Garbus ha realizzato numerosi progetti di grande successo. Nel 2012 rilasciò Love, Marilyn – I diari segreti sulla vita di Monroe. Con il contributo di star come Uma Thurman, Glenn Close e Viola Davis rilegge le memorie della leggendaria star del cinema americano. Tre anni dopo è stato il turno di What Happened, Miss Simone?, documentario sulla cantante Nina Simone. Il progetto le è valsa la nomination agli Oscar, un Grammy Award e un Emmy dopo la trasmissione su Netflix. Fra i suoi lavori di successo figura I’ll Be Gone in the Dark, adattamento del libro di Michelle McNamara. Al centro c’è il Golden State Killer, omicida e stupratore seriale identificato con l’ex agente di polizia Joseph James DeAngelo Jr. che agitò la California fra gli Anni ’70 e ’80. Dopo Harry e Meghan Liz Garbus sarà il crime drama per Apple Tv+ City on Fire.
Le rivelazioni delle prime puntate e la reazione della stampa britannica
Le prime puntate si concentrano su racconti del primo incontro fra il figlio di Re Carlo e l’attrice americana tramite Instagram e altri aneddoti di coppia. Grande spazio a Lady Diana, di cui si preannunciano rivelazioni scottanti e inedite in merito alla morte, che secondo il rampollo reale ha in comune con sua moglie «attenzione e compassione». Non mancano poi le accuse di razzismo nei confronti della corona, rea di aver mancato di rispetto più volte a miss Markle. La stampa britannica ha reagito con parole durissime. Il Daily Mail parla di «assalto all’eredità della regina», il Daily Telegraph di «colpo diretto a Elisabetta». Il Sun ha titolato con «Harry the Nasty», traducibile con la locuzione «Harry lo sgradevole», mentre il Mirron ha chiesto di «fermare questo circo regale».
